La formazione professionale, i giovani, il futuro loro e delle aziende lapidee veronesi. Partendo dalle radici. L’amministrazione comunale ha conferito il Premio Sant’Ambrogio 2025, edizione numero 29, all’Istituto Salesiano San Zeno di Verona, per i 40 anni della Scuola professionale in Arte e automazione del marmo che ha sede in paese e dispone di laboratori in un padiglione dell’ex quartiere fieristico dove nacque Marmomac. Con una motivazione su tutte: «Per l’impegno e la dedizione a favore della formazione dei giovani e per il sostegno del comparto del marmo nel territorio». La pergamena e la scultura in marmo bronzetto dell’artista Matteo Cavaioni, che danno sostanza al premio destinato dal 1997 dall’amministrazione comunale di Sant’Ambrogio a chi ha dato lustro e si è speso per la comunità, sono state consegnate a don Mariano Diotto, direttore dell’Istituto Salesiano, dal sindaco Roberto Zorzi domenica 7 dicembre a Villa Brenzoni Bassani, nella sala Zanotto affollata da autorità, rappresentanti di associazioni e ambrosiani.

«Siamo orgogliosi di questa realtà formativa ed educativa, nata 40 anni fa grazie all’impegno di imprenditori, amministratori e sacerdoti attenti ai giovani e con la visione del futuro», afferma Zorzi, ricordando la figura di don Romano Bettin. «Quest’anno il nostro riconoscimento va, di fatto, all’intero comparto del marmo, dalla scuola al mondo del lavoro. Le nostre radici e il nostro futuro, se continuiamo a fare squadra». Continua don Diotto: «Un grande grazie dai salesiani e da coloro che sono impegnati in questa scuola a Sant’Ambrogio, dove si studia anche “sporcandosi le mani”: tutti credono in questo modello, nel modello di don Bosco, e collaborano al suo buon funzionamento insieme alle associazioni di categoria e alle aziende». E annuncia: «Abbiamo nuovi progetti per il nuovo anno scolastico, con una serie di innovazioni».

Alla cerimonia nella villa comunale hanno preso parte assessori e consiglieri del Comune di Sant’Ambrogio, l’europarlamentare Paolo Borchia, il consigliere provinciale Alberto Mazzurana, il parroco di Sant’Ambrogio don Alessandro Castellani e la direttrice per 20 anni della Scuola d’Arte Paolo Brenzoni Beatrice Mariotto. Tra il pubblico, imprenditori del marmo e anche del vino, con in testa il presidente di Masi Agricola Sandro Boscaini, rappresentanti di associazioni e gruppi, i sindaci di Affi, Brentino Belluno, Cavaion, Rivoli e San Pietro in Cariano, il cappellano delle chiesette alpine don Flavio Gelmetti, il presidente del Verona Stone District Filiberto Semenzin, il comandante della stazione dei carabinieri Piero Calabrò.

Oltre al Premio Sant’Ambrogio sono state assegnate anche due menzioni speciali a Dario Marconi e Matteo Cavaioni, ex studenti della Scuola del marmo ambrosiana, divenuti poi scultori, docenti e imprenditori, per il loro contributo in opere artistiche nel territorio ambrosiano e oltre. I loro curriculum e le tante sculture realizzate per la comunità, posizionate in palazzi pubblici, rotatorie stradali e anche chiesette di montagna, sono stati illustrati dall’assessore Bruna De Agostini, che alla Scuola salesiana del marmo ha lavorato per 30 anni come segretaria. «Li ho visti crescere», conclude l’assessore, «in questa realtà formativa in cui tradizione, tecnologia e talento si intrecciano».

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