(ANS – Colle di Val d’Elsa) – “Se dico minori…?” è un progetto di empowerment di comunità nato per riflettere, in modo collettivo e partecipato, sul significato e il ruolo dei minori oggi nei territori di Colle di Val d’Elsa e della Valdelsa. L’iniziativa, svoltasi l’11 luglio, promossa dai Salesiani, dalla Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (FTSA) e dalla SdS Altavaldelsa, si è strutturata come un processo articolato di coinvolgimento di scuole, istituzioni, famiglie, associazioni, servizi socio-sanitari, realtà religiose e giovani, tutti chiamati a confrontarsi sul tema dell’infanzia e dell’adolescenza.
Il cuore del progetto è stato l’approccio partecipativo dal basso, una metodologia che privilegia l’ascolto, il confronto paritario e la co-costruzione di soluzioni condivise. Tra il 2019 e il 2025 si sono svolte quattro assemblee cittadine presso l’Oratorio salesiano, che hanno dato forma a un vero e proprio movimento civico ed educativo. Ogni edizione ha affrontato una tematica specifica: dalla fragilità e appartenenza dei minori, fino alla definizione di micro-alleanze educative e alla costruzione di una comunità di pratica stabile.
Tra i risultati più significativi del percorso, vi è la proposta concreta di una struttura semiresidenziale per minori, oggi in fase avanzata di progettazione. Tale centro diurno rappresenta non solo un nuovo servizio socio-educativo, ma anche il simbolo tangibile di una comunità che ha saputo interrogarsi, mettersi in discussione e generare azioni trasformative. Il progetto punta a offrire un luogo sicuro, accogliente e professionalmente strutturato dove bambini e ragazzi possano trovare sostegno, relazioni significative e opportunità educative.
Le prospettive future includono:
- L’apertura del centro diurno semiresidenziale, previsto come un hub di inclusione sociale, prevenzione del disagio e promozione delle potenzialità giovanili;
- Il rafforzamento del partenariato pubblico-privato, coinvolgendo attivamente enti locali, terzo settore, famiglie e volontari;
- La promozione di nuove reti educative e progettualità condivise, capaci di intercettare risorse europee, regionali e locali per la crescita dei minori;
- L’avvio di laboratori partecipativi permanenti, destinati a educatori, famiglie e giovani, per mantenere vivo il confronto e aggiornare costantemente gli interventi;
- La formazione di una “città educante”, intesa come una comunità che si riconosce corresponsabile del benessere e dello sviluppo integrale dei più giovani.
Il progetto sottolinea con forza che le politiche giovanili non sono un capitolo accessorio, ma un investimento strategico per costruire una società più coesa, resiliente e giusta. Prendersi cura dei minori significa, in fondo, prendersi cura del presente e del futuro dell’intera comunità.