Non tutti hanno la fortuna, o meglio, la grazia di incontrare nella propria vita un santo, né tantomeno di condividervi insieme anni di vita e di missione; ancora meno sono quelli che possono dire di essere stati tra i più amati e prediletti di una persona canonizzata e che, per di più, possono assistere in vita proprio al rito che stabilisce e dichiara quella canonizzazione; ma, davvero, pressoché unico è il poter dire di essere stati, anche involontariamente, strumenti dei piani di Dio perché la donazione del santo in questione raggiungesse il suo pieno e totale compimento. Eppure, questo è il caso del sig. Cosimo Cossu, Salesiano Coadiutore, amico e figlio spirituale della neo-Santa suor Maria Troncatti, che in un video preparato dall’ANS racconta nei dettagli tutta questa storia.
Il sig. Cossu, classe 1941, oggi ha 84 e serve presso la Sede Centrale Salesiana; ma da giovane salesiano, poco più che ventenne, partì missionario per l’Ecuador e si trovò a servire con suor Maria Troncatti nella missione di Sucúa, avendo pertanto un osservatorio privilegiato sulle attitudini e la testimonianza quotidiana della santa Figlia di Maria Ausiliatrice.
Umile, caritatevole e semplice, ma soprattutto, “innamorata di Gesù”, con cui dialogava quotidianamente, arrivando per prima alla meditazione in cappella. Così la ricorda nella video-intervista il sig. Cossu. “Era di una semplicità inaudita, ma soprattutto, e cosa più importante, le persone che le si avvicinavano, potevano essere ricchi, poveri, umili, donne, bambini, straccioni… per lei erano Gesù! Il segreto della sua canonizzazione sta tutta qui. Lei aveva davanti Gesù!”.
Altro tratto tipicamente salesiano, poi, era la “la sua amabilità”. “Una persona che avvicinava suor Maria si sentiva amata. Questo, dall’inizio che io l’ho conosciuta e nei successivi tre anni, lo ha rivelato ad ogni persona che ha avvicinato” conferma il sig. Cossu.
Nella video-intervista il salesiano coadiutore racconta con dovizia di particolari anche il suo ruolo nel convincere una riluttante suor Troncatti a partecipare agli Esercizi Spirituali a Quito – appuntamento per il quale la religiosa prese poi quel fatidico aereo che si schiantò al suolo pochi istanti dopo il decollo.
“Io dovrei chiederle scusa, perché l’ho fatta morire. Ma Dio, si è servito di me, perché lei, suor Maria arrivasse agli altari” dice oggi il sig. Cossu, richiamando la promessa che suor Troncatti aveva fatto poco tempo prima alla Madonna a Macas, di offrire volentieri la sua vita per la riconciliazione tra indigeni e coloni.
“Dio si è servito del tuo Cosmito perché tu arrivassi a offrire la tua vita” afferma il salesiano, rivolgendosi direttamente alla sua santa Maria Troncatti.
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