A San Giovanni Rotondo, dal 29 al 31 agosto, salesiani e laici corresponsabili nella missione delle case del Sud Italia e della Delegazione AKM si sono ritrovati per il Convegno di Pastorale Giovanile, il consueto appuntamento di riflessione e confronto dell’Ispettoria Salesiana Meridionale, volto a porre le basi e fornire gli strumenti per il nuovo anno pastorale.
Il tema scelto per il Convegno – “Alzati e vai. Saldi nella fede” – riprende la proposta dell’Italia Salesiana per il nuovo anno pastorale ed è stato il filo conduttore delle giornate, intrecciandosi con la ricchezza degli interventi dei relatori, con l’ascolto delle esperienze provenienti dalle diverse realtà – in particolare i “pensieri di buonanotte” a cura delle commissioni Comunicazione Sociale e PG e Famiglia e la testimonianza di alcuni giovani di Potenza sull’esperienza del Giubileo dei Giovani – e con i momenti di preghiera e condivisione fraterna. È stato un tempo prezioso per lasciarsi ispirare, camminare insieme e rilanciare con rinnovato entusiasmo la missione salesiana nei contesti in cui ciascuno è chiamato a operare.
La prima giornata si è aperta con il saluto dell’Ispettore don Gianpaolo Roma, seguito dall’intervento di don Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana, che ha proposto una riflessione biblico-teologica sulla fede e sull’annuncio nel mondo di oggi. L’intervento ha preso spunto dal Vangelo dell’incontro di Gesù con l’emorroissa e con Giairo (Lc 8,40-56). La donna, con un gesto audace e pieno di fiducia, riceve la guarigione che nessuna sapienza umana poteva concederle, mentre Giairo, capo della sinagoga, trasforma la propria angoscia in preghiera e si affida al Maestro, sperimentando che con Lui diventa possibile ciò che umanamente sembra impossibile. In entrambi i casi, il miracolo non è mera esibizione di potenza, ma alleanza d’amore.
Don Andrea ha ricordato come sia facile ridurre la fede a cieca credulità, a pura emozione o a semplice impegno etico. In realtà, la fede cristiana è molto di più: è risposta totale al Dio che si rivela, fiducia nella sua opera, adesione alla sua verità e conversione del cuore. Non è un’aggiunta esterna alla vita dell’uomo, ma il compimento, nella vita stessa, della sua libertà e della sua ricerca di senso. La fede è sempre nuova come l’evento di Cristo, luce pasquale che illumina anche il buio della sofferenza. Maria, con il suo “fiat”, ne è il modello perfetto. Poiché in termini pastorali la fede non è un elemento accessorio, porta inevitabilmente con sé una dimensione missionaria: chi ha incontrato il Signore non può tenere per sé il tesoro ricevuto, ma è sempre chiamato a testimoniarlo agli altri. La Chiesa esiste proprio per questo: condurre ogni uomo a Cristo attraverso la Parola, i sacramenti e la vita fraterna. Testimoniare significa anche esporsi al rifiuto e all’incomprensione, ma proprio lì la fede diventa più autentica: non possesso privato, bensì dono da condividere, spazio in cui Dio continua a comunicarsi al mondo.
Il secondo giorno si è aperto con l’intervento di don Rafael Bejarano, nuovo consigliere mondiale per la Pastorale Giovanile, che ha proposto una riflessione sulle sfide dell’evangelizzazione nel contesto pedagogico e pastorale, a partire dal cuore dell’educatore salesiano. Quattro gli elementi irrinunciabili: un’interiorità apostolica radicata nel Vangelo, un’identità carismatica nutrita dal sistema preventivo, uno stile educativo che favorisca processi personalizzati di crescita e uno sguardo intelligente, capace di leggere con realismo e discernimento la condizione giovanile.
Il sistema preventivo, eredità viva di don Bosco, va oggi continuamente aggiornato per garantire la sopravvivenza del carisma: il criterio oratoriano resta paradigma e fonte d’ispirazione, ma stimola anche a rinnovare presenze e linguaggi educativi. La pastorale va progettata in modo sinergico, aprendo spazi di lavoro in rete con altre istituzioni e favorendo una vera comunione nella missione, superando rischi di genericismi, personalismi, frammentazione e improvvisazione.
Guardando ai “segni dei tempi” nella prospettiva del carisma salesiano, emergono tre grandi priorità: il servizio ai giovani vulnerabili ed esclusi, l’educazione all’amore, all’affettività e alla sessualità e l’accompagnamento dei ragazzi e dei giovani sul versante delicato della salute mentale. In questa prospettiva, l’evangelizzazione si intreccia con la capacità di prendersi cura integralmente della vita dei giovani, aprendo spazi di crescita e futuro alla luce del Vangelo e nello stile salesiano.
Nel pomeriggio la tavola rotonda con Alessandro, ideatore del blog “Salesalato” e podcaster, ha posto l’attenzione sull’evangelizzazione nella realtà giovanile odierna e nel contesto culturale contemporaneo, complesso e frammentato. Alessandro ha raccontato come il blog e successivamente il podcast siano nati innanzitutto come strumenti per fissare il proprio percorso di ricerca di Dio e riflettere su Cristo e sui temi fondamentali della Chiesa Cattolica; solo in un secondo momento sono diventati spazi di dialogo e annuncio. Salesalato si è confrontato a distanza con esperienze concrete di “soggetti evangelizzabili” all’interno delle nostre opere salesiane: genitori cristiani con dubbi sull’avvicinare i figli ai sacramenti, giovani con fede fragile o assente, animatori di diverse fedi. Il filo conduttore delle risposte è stato chiaro: oggi esiste il rischio di perdere il coraggio di parlare apertamente di Cristo, riducendo la qualità dell’educazione alla fede in un contesto – per scelta, pregiudizio o ignoranza – distante dal cristianesimo. Nel racconto autobiografico, Alessandro ha condiviso con ironia e lucidità la propria esperienza di adolescente in oratorio: desiderava profondità e radicalità, ma si è trovato immerso in un mix di giochi, lezioni superficiali e fantasie spirituali annacquate, con Cristo relegato a mero “soprammobile”. L’oratorio e la pastorale, concepiti così, – sostiene Alessandro – rischiano di indebolire anziché alimentare la fede, esponendo la fragilità di una pastorale centrata su valori socialmente accettabili e sull’intrattenimento sterile anziché sull’incontro reale con Dio, quello che cambia la vita. Il messaggio finale è chiaro: non rinunciare a mettere Cristo al centro, anche a costo di perdere qualcosa, per vivere una fede e una pastorale più autentiche.
La giornata è stata arricchita anche dal confronto nei tavoli sinodali su come crescere come CEP nell’accogliere con nuovo entusiasmo la sfida dell’evangelizzazione e nel rendere i giovani protagonisti della missione, insieme al lavoro nelle consulte di pastorale giovanile.
Nell’ultimo giorno, dopo la celebrazione eucaristica al Santuario di Santa Maria delle Grazie, l’Ispettore con il suo intervento ha invitato confratelli e collaboratori a considerare il tempo davanti a loro come dono di Dio, occasione per rinnovare la fedeltà al Vangelo e la passione educativa. L’immagine della barca ha guidato il suo discorso: la comunità naviga insieme tra difficoltà, incertezze e speranze, affidandosi a Cristo come timone sicuro. L’ispettore, don Gianpaolo Roma, ha illustrato i nuclei principali della programmazione del prossimo anno, come la centralità della formazione personale e comunitaria, la necessità di una pastorale giovanile progettata ed efficace, l’importanza della gestione responsabile delle risorse e il desiderio di rinnovare la vitalità della Famiglia Salesiana, impegni che richiedono radici spirituali profonde, autenticità e corresponsabilità. Tra le iniziative concrete per l’anno sono stati ricordati la revisione del Progetto Educativo Pastorale Salesiano di ogni opera, il pellegrinaggio in Turchia, la Visita Straordinaria del Regionale, il ridisegno delle presenze sul territorio ispettoriale e il 150° anniversario delle missioni salesiane. Il motto «Alzati e vai – Saldi nella fede» sintetizza lo spirito dell’anno: rialzarsi dopo le cadute, lasciarsi inviare, camminare insieme con coraggio e responsabilità, mostrando ai giovani che la fede è vita concreta, speranza e coraggio nel presente.
Il Convegno si è concluso come un’occasione di crescita, ascolto e condivisione, lasciando ai partecipanti strumenti, ispirazione e motivazione per rinnovare l’impegno educativo e pastorale. Saldi nella fede e animati dall’entusiasmo missionario, salesiani e laici tornano nelle proprie comunità pronti a testimoniare la forza trasformante della fede nella vita dei giovani.