(ANS – Roma) – Se suor Maria Troncatti, Figlia di Maria Ausiliatrice, verrà canonizzata tra due domeniche, il 19 ottobre 2025, insieme a diversi altri beati, lo si deve, oltre che alla sua docilità all’azione dello Spirito Santo lungo tutta la sua vita, anche al riconoscimento della natura soprannaturale della guarigione dello Shuar Juwà Bosco – evento straordinario che testimonia il valore della preghiera e dell’affidamento a Dio. Ecco qual è stato il miracolo che ha aperto la strada alla canonizzazione.

A beneficiarne è stato il sig. Juwa, Shuar, della comunità di Nunkui Nunka, in Ecuador. Nato nel 1975 a Tuutin’entsa, in Provincia di Morona Santiago, è sposato con Natalina e padre di sei figli. Il giorno 2 febbraio 2015 alle ore 10:00, di professione agricoltore e carpentiere, stava lavorando nella foresta amazzonica per affilare la lama della macchina, e un pezzo della smerigliatrice si ruppe, scagliando un grosso frammento di pietra sulla parte anteriore destra della sua testa, provocando una profonda frattura al cranio con la perdita di materia celebrale.

Venne subito soccorso dal figlio e da due soci e, in seguito, da una assistente infermiera del centro salute di Nunkui Nunka, che avvisò l’Ospedale di Taisha di provvedere all’invio di un’ambulanza aerea. Venne improvvisata una barella e, dopo aver guadato il fiume Macuma in canoa, si arrivò dopo mezz’ora alla pista di Yasnunka.

Juwà era in condizioni gravissime. Con l’eliambulanza arrivò all’ospedale di Macas dove, dopo i primi soccorsi, lo indirizzarono all’ospedale di Ambato. Qui giunse alle 17:30. Gli venne riscontrato un “trauma cranico encefalico aperto, con esposizione del tessuto cerebrale, in Glasgow 6T su 15”.  Il neurochirurgo fece subito presente che la situazione è molto grave, con serio pericolo di vita.

Dopo l’operazione, Juwà venne portato in terapia intensiva: la diagnosi riportava una emiplegia sinistra e l’assenza di linguaggio, e nella parte destra del cranio era rimasta una zona depressa di 12 cm di diametro e 5 cm di profondità. Il 18 febbraio venne dimesso e trasportato in una casa in affitto a Macas. I cognati, già prima dell’intervento, lo avevano affidato all’intercessione della Beata Maria Troncatti, insieme alla comunità educante delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Tuutin Entza, città natale di Juwa.

Inoltre, nella stanza a Macas, davanti al letto di Juwà, venne collocato un grande quadro della Beata e i familiari lo animarono ad affidarsi a lei, che tanto aveva lavorato per il popolo Shuar. Anche la famiglia venne incoraggiata a pregare suor Troncatti per la guarigione di Juwà. Non venne effettuata nessuna riabilitazione.

Nella notte tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2015, Juwà sognò suor Maria Troncatti che lo rassicurava sulla sua guarigione. La Beata gli chiedeva dove ha male e con una pomata gli massaggiò il collo e la gamba sinistra. Gli assicurò che il giorno successivo avrebbe ripreso a camminare, poi gli domandò perché non parlasse e, con un colpetto alla bocca, gli disse che il giorno seguente avrebbe parlato e camminato.

Gli chiese se aveva un guscio di tartaruga, perché voleva metterlo dove mancava l’osso nella testa, ma Juwà ne è sfornito. Inoltre, gli chiese conto di un quadro con la sua immagine che, nel cambio di casa, era stato piegato e riposto in un cartone. Lo invitò perciò a rimettere l’immagine di fronte al letto e poi lo salutò.

Svegliatosi, il sig. Juwà ebbe subito la sensazione di essere guarito. La gamba non gli faceva più male. Chiedse alla moglie con segni di aiutarlo a camminare e pronunciò qualche parola. Iniziò così un graduale miglioramento.

Dopo il sogno, sperimentò un inatteso cambiamento delle sue condizioni. Della sua svolta radicale sono testimoni i familiari e chi andò a fargli visita. Recuperò prima la parola e poi i movimenti. Il 5 aprile 2015, con l’aiuto del cognato, si recò alla cattedrale della Purissima di Macas e vi tornò da solo il 6 luglio 2015 per partecipare all’Eucarestia.

Il medico che lo aveva operato rimase meravigliato, perché ritenne di avere davanti a sé un morto resuscitato. Lo rivide, infatti, nel 2017 e lo trovò perfettamente guarito.

Attualmente Juwà ha 50 anni ed è una persona molto grata a Dio e a suor Troncatti, che gli ha restituito la salute e la serenità, tanto che oggi svolge le sue attività con assoluta normalità. La sua guarigione non è stat solo fisica, ma integrale, perché da dopo il miracolo, la sua vita è “completamente cambiata” nel rapporto con la moglie e i figli – come ha affermato lui stesso in un’intervista.

La Beata Maria Troncatti, attraverso il miracolo ottenuto da Dio per sua intercessione, conferma la sua vocazione di “madrecita”, di missionaria per le popolazioni Shuar, a cui aveva dedicato tutta la sua esistenza.

Il video con l’intervista, in spagnolo, a Juwà Bosco è disponibile qui.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito appositamente realizzato per la canonizzazione di suor Maria Troncatti: https://www.mariatroncatti.org

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