(ANS – Roma) – Sarà un’esperienza emozionante e immersiva visitare il nuovo Museo Casa Don Bosco a Roma, nella Sede Centrale Salesiana, inaugurato dal Rettor Maggiore, Don Fabio Attard, nella Festa del Sacro Cuore il 27 giugno 2025. Il visitatore non immagina assolutamente quando entrerà che cosa lo aspetta.
Il nuovo Museo è stato pensato e realizzato da un gruppo di salesiani e laici professionisti che hanno cercato di trasmettere non solo un percorso mentale e astratto, ma coinvolgente affettivamente e capace di toccare il cuore. Non poteva essere altrimenti nel luogo da cui è stata scritta la Lettera da Roma nella quale risulta evidente che l’educazione è cosa di cuore e l’affetto, la familiarità e la confidenza muovono i giovani e gli adulti a costruire una casa e a vivere in un clima di famiglia.
Grazie alla competente e appassionata Direzione Artistica di don Pierluigi Lanotte, che ha saputo tradurre digitalmente le idee e il concept condiviso nei contenuti e nelle idee con don Erino Leoni, Vicario dell’Ispettoria Lombardo Emiliana; al rigore di ricostruzione storica di don Christian Besso, Preside della Università Pontificia Salesiana di Torino-Crocetta; e al puntuale coordinamento dei lavori da parte dell’architetto Giampaolo Mengato, si è realizzato il Museo Casa Don Bosco Roma in continuità con quello di Torino Valdocco e di Genova-Sampiedarena.
L’idea museale sottostante è stata quella di costruire una rete tra i diversi luoghi salesiani che conservano la memoria storica di Don Bosco per poter attingere alla sua spiritualità e viverla nell’oggi della storia.
Ciascuno dei luoghi salesiani conserva la sua peculiarità e il suo fascino. Infatti se nella cascina dei Becchi emerge il valore dell’educazione ricevuta da Mamma Margherita, il sogno dei 9 anni che segna la sua vita, la semplicità della vita contadina; se a Chieri è possibile cogliere il valore del sacrificio, dell’amicizia, del lavoro e dello studio, il desiderio di scoprire la vocazione sacerdotale; se nella città di Torino, in particolare al Convitto Ecclesiastico, e nelle peregrinazioni iniziali dell’oratorio si rivela l’abbozzo di quella vocazione al servizio dei giovani che richiede costante discernimento, se a Valdocco, culla della spiritualità salesiana, emerge il Don Bosco che crea il Sistema Preventivo, costruisce una casa dove i giovani sperimentano lo spirito di famiglia, crea scuole e laboratori, raduna il primo nucleo di giovani che diventeranno i primi salesiani; a Roma emerge chiaramente Don Bosco fondatore, amante della Chiesa e del Papa, con il desiderio di ricevere l’approvazione delle Costituzioni Salesiane.
La visita del Museo Casa Don Bosco, costruito in tre piani con diverse stanze, dura circa 1:30’. Nel primo piano il visitatore potrà immergersi nel metodo educativo di Don Bosco e nella sua relazione con la Chiesa e con i Papi; sullo stesso piano potrà anche fruire della Cappella dell’interpretazione del sogno, allestita nel coro della Basilica del Sacro Cuore.
Nel secondo piano entrando nella camera in cui è vissuto il Santo durante il suo ultimo soggiorno a Roma nel 1887, gusterà la familiarità della sua presenza e potrà dialogare con lui nella preghiera, e visiterà poi la stanza dell’evangelizzazione dove farà esperienza di due sogni missionari di Don Bosco.
Infine, nell’ultimo piano, ripercorrerà le fatiche che il Santo dei Giovani ha dovuto attraversare per l’approvazione delle Costituzioni Salesiane e la creazione della Famiglia Salesiana. La visita si concluderà nella Capella delle Costituzioni, dove si potranno visitare virtualmente i luoghi di Don Bosco a Roma in cui è vissuto, che ha visitato o dove desiderava aprire una casa salesiana, durante i suoi venti viaggi dal 1858 al 1887. Nella stessa sala sarà possibile, previa prenotazione, celebrare l’Eucaristia per i giovani e i gruppi che visiteranno il Museo.
Insomma, non c’è altro da fare che prenotare una visita e sperimentare di persona la bellezza del Museo.