di Don Elio Cesari – Presidente Centro Nazionale Opere Salesiane e membro del CSPI

L’approvazione degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 rappresenta un segnale storico per il sistema scolastico italiano. Con l’introduzione di un buono scuola fino a 1.500 euro e il chiarimento definitivo sull’esenzione IMU, il Governo compie un passo decisivo verso la concreta attuazione di quel pluralismo educativo sancito dalla Costituzione ma spesso rimasto incompiuto sul piano economico. A venticinque anni dalla Legge 62/2000, si aprono nuove prospettive per le famiglie, per le scuole di ispirazione cristiana – come quelle salesiane – e per l’intero Sistema Nazionale di Istruzione.

Le misure approvate introducono due strumenti fondamentali per la sostenibilità della scuola paritaria. In primo luogo il voucher scuola, destinato alle famiglie con un ISEE fino a 30.000 euro. Questo contributo, che potrà arrivare a 1.500 euro annui per studente, è rivolto in particolare agli iscritti alle scuole secondarie di primo grado e al biennio delle superiori (quindi, per tutto l’arco dell’obbligo scolastico). Si tratta di un intervento cumulabile con i contributi regionali già esistenti, che mira ad abbattere le barriere economiche che limitano la libertà di scelta delle famiglie meno abbienti.

In secondo luogo, la norma chiarisce una volta per tutte l’annosa questione dell’esenzione IMU. Viene stabilito che le scuole paritarie non devono corrispondere l’imposta se la retta richiesta è inferiore al “Costo Medio per Studente” (CMS) stabilito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Questo provvedimento risolve decenni di contenziosi e incertezze interpretative che avevano messo a rischio la sopravvivenza di molti istituti scolastici.

Questi interventi giungono in una fase cruciale di riflessione. Sono passati ormai 25 anni dalla Legge n. 62 del 2000, che riconobbe le scuole non statali come parte integrante del sistema nazionale di istruzione, garantendo un trattamento equipollente agli alunni che le frequentano.

La scuola salesiana in Italia rappresenta una risorsa storica e pedagogica fondamentale, non solo per la Chiesa ma per l’intera società civile. Per le famiglie, scegliere una scuola salesiana significa aderire a una proposta culturale originale che mira alla formazione integrale della persona, sintetizzando fede, cultura e vita. Studi recenti dimostrano che nelle scuole paritarie, e in quelle cattoliche in particolare, si crea un forte “capitale sociale”: la condivisione di valori tra famiglie e insegnanti genera un ambiente educativo partecipato, che spesso si traduce in risultati scolastici migliori e in un elevato grado di fiducia, specialmente da parte delle madri.

Tuttavia, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, le famiglie che scelgono questa offerta formativa si scontrano con significative barriere economiche: il carisma di Don Bosco, nato per i ceti popolari e per i giovani più svantaggiati, oggi si trova di fronte a una sfida complessa, cioè mantenere la sua vocazione di “scuola per tutti”. La situazione italiana appare ancora più critica se confrontata con gli altri Paesi europei. Mentre in Europa si assiste a una tendenza generale verso il sostegno pubblico alle scuole non statali (spesso confessionali) per garantire il pluralismo, l’Italia si colloca al terz’ultimo posto, seguita solo da Cipro e Grecia. In Italia, invece, nonostante la Legge 62/2000 abbia inserito le paritarie nel Sistema Nazionale di Istruzione, il principio costituzionale del “senza oneri per lo Stato” è stato interpretato restrittivamente, impedendo un finanziamento organico.

In questo contesto e al di là del dato politico, segnalo con piacere che il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) sta portando avanti un lavoro di analisi per esprimere un parere autonomo proprio in occasione di questo anniversario. L’obiettivo è quello di abbracciare definitivamente l’idea di un sistema pubblico integrato, dove la sussidiarietà orizzontale permetta alla società civile di concorrere all’offerta formativa.

In conclusione, le misure economiche della Legge di Bilancio 2026 e il lavoro di approfondimento in sede ministeriale segnano un cammino che riconosce che le scuole paritarie non chiedono privilegi, ma giustizia: gli stessi doveri, ma anche pari diritti per le famiglie che le scelgono.

 

 

Keywords:

Condividi questo articolo:

Potrebbe interessarti anche:

  • Legge di Bilancio 2026, il comunicato delle Superiori e dei Superiori d’Italia su scuola e sanità

    19 Dicembre 2025

  • Argentina: vescovi celebrano 150 anni dei salesiani nel Paese, “impronta indelebile nell’educazione e nella pastorale giovanile”

    18 Dicembre 2025

  • Incontro tra il consiglio della CEP del Centro nazionale e il settore PG della Congregazione

    18 Dicembre 2025