Don Fabio Attard, Rettor Maggiore dei Salesiani e XI Successore di Don Bosco, è stato ospite, nella giornata di martedì 4 novembre 2025, della trasmissione televisiva “Chiesa Viva”, dell’emittente televisiva cattolica TV2000. Nell’occasione, coadiuvato da altri ospiti e testimonianze, ha raccontato al grande pubblico la missione dei salesiani e l’attualità del carisma di Don Bosco.
Per affrontare il tema centrale – la missione educativa e formativa dei salesiani nel mondo – Don Attard è partito dal Fondatore, Don Bosco: un bambino e un ragazzo nato in una famiglia povera, che desiderava fortemente l’educazione e che non poté averla se non già pienamente adolescente, mantenendosi gli studi e lavorando la sera, lontano da casa, a Chieri. “La sua vita è stata segnata da un sacrificio per il valore dell’educazione” ha osservato il Rettor Maggiore.
Che poi ha messo in luce un altro aspetto peculiare: contrariamente alla dinamica tipica di chi esce dalla povertà e poi non vuole più saperne, Don Bosco decise di consacrare la sua vita a quei giovani che, come lui, rischiavano di restare senza educazione; e per questo si trasferì nella Torino ottocentesca, in pieno sviluppo industriale.
Ai tanti ragazzi soli, che come lui avevano lasciato le campagne alla ricerca di migliori opportunità “Don Bosco gradualmente fa una proposta ‘integrale’”, che dà risposta al “bisogno umano dell’incontrarsi, del sentirsi accompagnati, benvoluti, ma all’interno di un’esperienza che apre alla dimensione educativa e anche spirituale”.
Oggi però la realtà, in molti contesti, è diversa da quella di Don Bosco, e i Salesiani si sono aggiornati. Per questo l’XI Successore di Don Bosco ha chiarito: “Il carisma di Don Bosco non è costruito attorno a delle cose da fare, ma a degli atteggiamenti da privilegiare: l’ascolto dei giovani e la vicinanza dei giovani. E se c’è una fase storica in cui prevalgono la solitudine, l’abbandono, la mancanza di modelli significativi adulti, questa è proprio quella che stiamo vivendo oggi!”.
“Noi non facciamo la fotocopia di quello che faceva Don Bosco – ha aggiunto ancora Don Attard –. Piuttosto, cogliamo lo spirito di uscire ad andare a incontrare i ragazzi e di offrire loro spazi umani di contatto, che sono diversi nella loro forma, ma sono gli stessi nel cuore in ricerca dei giovani di oggi”.
Commentando le parole di Papa Leone XIV sull’educazione, pronunciate pochi giorni fa durante la Messa con gli studenti delle università pontificie (27 ottobre 2025, ad apertura del Giubileo del Mondo Educativo), il Rettor Maggiore ha sintetizzando come, in nuce, il carisma educativo salesiano stia tutto “nell’incontrare la persona che da sola non riesce ad alzarsi, nel porsi accanto, nell’interessarsi, guardarla in faccia, per scoprire dove quella persona può e deve arrivare”.
La realtà attuale del mondo occidentale e più in generale delle società segnate dal progresso è molto tecnologica, ma spesso carente dal punto di vista relazionale. Per questo, a fronte di queste sfide, il Rettor Maggiore ha rimarcato quanto sia fondamentale la presenza e l’attività di persone che si facciano “mendicanti dell’altro che sta cercando e ha bisogno di essere aiutato”.
“In una cultura come la nostra sembra che i giovani siano distanti; ma non so chi è distante da chi; se i giovani da noi, o noi da loro – ha proseguito Don Attard –. Ma una cosa è certa: che i giovani sono alla ricerca, e spetta a noi adulti cogliere quella ricerca, interpretarla, e metterci come loro servitori, iniziando una relazione”.
L’intervento di don Alejandro León, da Buenos Aires, ha richiamato la dimensione internazionale della missione salesiana e focalizzato l’attenzione, sia sul 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana, sia sulle periferie geografiche e umane in cui ancora oggi operano i Figli di Don Bosco.
Poi, nell’ultima parte della trasmissione, l’XI Successore di Don Bosco ha parlato delle sfide nuove che attendono i salesiani. E anche in questo caso il Rettor Maggiore è ripartito dai fondamenti della missione per gettare lo sguardo all’oggi e al domani. In questo caso, ha richiamato la centralità della consacrazione religiosa: “Siamo educatori e pastori perché siamo consacrati: la vita comunitaria non è un fatto funzionale, ma un’esperienza contagiosa, che continua quella di Don Bosco (…) Perciò l’aspetto della consacrazione ci spinge ancora più in là a livello di donazione completa, fraternità universale, di accompagnamento dei giovani nella ricerca del senso… E la nostra stessa testimonianza lo comunica, prima ancora di dirlo con le parole”.
Infine, facendo riferimento alle principali sfide per la Congregazione individuate dal Capitolo Generale 29°, Don Attard ha indicato l’approfondimento dell’identità salesiana; e che al centro dei processi pastorali non ci sia il funzionalismo, “ma resti sempre la persona”.






