Un patto aperto per la comunità del quartiere Barriera di Milano della città Torino

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Dopo il sopralluogo dello scorso luglio all’oratorio salesiano “Michele Rua”, la Quarta Commissione Consiliare, presieduta da Vincenzo Camarda, ha nuovamente incontrato il Direttore dell’oratorio, don Stefano Mondin, intervenuto a Palazzo Civico per presentare il progetto “Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità”, finanziato da un bando per le comunità educanti.

“Si tratta di un’iniziativa nata per sviluppare le comunità educanti – ha affermato don Stefano Mondin – grazie a una progettualità biennale iniziata a luglio 2023, in partenariato con altri enti, che ha portato a un ‘Patto’ presentato al territorio a gennaio 2024”.

Come spiegato da Francesca Maurizio, del Comitato Salesiani per il Sociale Piemonte, “il progetto intende consolidare i rapporti tra gli enti coinvolti e aprirsi a nuove collaborazioni, ampliando e integrando la comunità del quartiere, per costruire un presidio permanente per un’educazione formale e informale che parte dal basso: un’ecosistema di apprendimento e inclusione che dia vita a una ‘Cet’, una comunità educante territoriale, chiamata GenerAzioni in Barriera”.

“Da ottobre a oggi – ha aggiunto don Mondin – sono passati in oratorio più di mille ragazze e ragazzi e molti altri ne arriveranno quando verrà riqualificata l’ex bocciofila di fronte all’oratorio Michele Rua”.

Sono tante le attività e i servizi erogati, come laboratori di falegnameria, robotica e videomaking. Presto verrà anche realizzata un’innovativa aula di scienze, grazie a una partnership con “Lavazza”. Vengono offerte opportunità di formazione professionale e di avviamento al lavoro, grazie anche alla collaborazione con diverse aziende e al coinvolgimento di Api Torino.

“Il progetto Barriera Oggi – ha precisato Alessandro Cutrupi – nasce per coinvolgere i giovani del quartiere e farli diventare attivatori di comunità, sempre accompagnati da equipe educative, per favorire il protagonismo di ragazzi e ragazze, in particolare di due fasce di età: 6-14 e 15/19 anni. Per fare in modo – ha proseguito – che la comunità risponda ai suoi stessi bisogni, ascoltando e facendo dialogare le diverse generazioni che abitano il territorio, partendo da valori condivisi e dalle relazioni, ma con un patto aperto a tutti e tutte”.

Nel dibattito in Commissione, con esponenti di diversi partiti, Ivana Garione ha chiesto approfondimenti sulle modalità di “aggancio” delle nuove generazioni, sempre connesse a smartphone e realtà “virtuali”; Amalia Santiangeli su ruoli e servizi erogati; Luca Pidello sull’attivazione del protagonismo giovanile e sull’avviamento al lavoro; Anna Borasi sui modelli culturali e di consumo vissuti dai giovani, sulle fragilità e sul coinvolgimento delle imprese; Sara Diena sull’utilizzo e l’ascolto di volontari e volontarie; Vincenzo Camarda sull’integrazione multiculturale delle diverse generazioni, sulla formazione professionale e sulle collaborazioni con Circoscrizione e Comune di Torino.

“Il rilancio del territorio – ha concluso Camarda – può avvenire soltanto grazie a politiche sociali: non bastano forze dell’ordine e riqualificazione degli spazi urbani”.

Massimiliano Quirico
“CittAgorà”, periodico del Consiglio comunale di Torino

 

Il Rettor Maggiore tra i giovani del “Borgo Ragazzi Don Bosco” di Roma

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Venerdì 22 marzo 2024, giorno in cui il “Borgo Ragazzi Don Bosco” ha concluso i festeggiamenti dei suoi 75 anni di esistenza, il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e X Successore di Don Bosco, ha incontrato i ragazzi e tutta la comunità dell’opera salesiana.

Già sin dal suo ingresso nell’opera il Card. Fernández Artime ha subito reso presente Don Bosco in mezzo ai giovani. Lui stesso ha raccontato ai ragazzi lì radunati che immaginava l’Oratorio di Valdocco dell’epoca di Don Bosco, proprio come il “Borgo” di questi giorni: un luogo dove in ogni angolo ci sono ragazzi occupati nel fare qualcosa: non più ciabattini, falegnami, muratori, come allora, ma parrucchieri, cuochi, giardinieri, elettricisti, meccanici … Sono cambiati i tempi e i luoghi, ma la passione in cui vengono coinvolti i ragazzi resta la stessa.

Dai ragazzi del Centro di Formazione Professionale a quelli dei gruppi sportivi, dai giardinieri ai parrucchieri, dai laboratori all’oratorio il Rettor Maggiore ha avuto una buona parola per ogni singola persona, soffermandosi con ciascuno, chiedendo informazioni e rendendosi disponibile a foto e selfie soprattutto coi ragazzi, nessuno escluso. Tanta la soddisfazione di ciascuno nell’incontrare il Don Bosco oggi, che si è fermato a suonare coi ragazzi, che ha calciato i rigori, che ha condiviso la merenda preparata dagli allievi del Centro di Formazione Professionale e che ha veramente dimostrato di amare ciò che amano i giovani.

Tanta la gioia e la commozione nel ricevere lo sguardo ed una parola di conforto da parte del Cardinale salesiano. Così come tanta è stata la soddisfazione dei ragazzi di conoscere colui che ripercorre oggi le orme del Santo dei giovani. Ma anche tante le risate e i momenti di condivisione e di famiglia che hanno coinvolto ogni persona della comunità.

Non è mancato un momento celebrativo per i 75 anni di vita e di missione del Borgo Ragazzi Don Bosco: insieme al Rettor Maggiore, tutta la comunità, nei locali della Sala Polivalente che porta il nome del primo Direttore dell’Opera, don Cadmo Biavati, ha ripercorso le tappe che hanno visto l’evoluzione dell’Opera Salesiana nei tempi e dei ragazzi accolti. A partire dagli “sciuscià” degli anni ’50 del Novecento bisognosi di ogni bene materiale e morale, la missione del Borgo ha sempre privilegiato i ragazzi che vivono situazioni di disagio e di precarietà, donando a loro la capacità di ritornare a guardare il futuro con speranza.

E in questa occasione non sono mancate le parole di incoraggiamento del Rettor Maggiore di proseguire con passione, sottolineando quanto sia importante la presenza manifesta in mezzo ai giovani. L’unico modo per accompagnare i giovani nella loro crescita integrale è essere presenti sempre, amare ciò che amano. L’educazione non si fa con le parole ma col mettersi al fianco, con l’esserci, è stato il suo messaggio.

E ha ricordato a tutti anche che pensare ai giovani come soggetti apatici è un falso mito: i giovani sono apatici solo se non hanno prospettive di futuro ed è questo, quindi, l’obiettivo più importante: indicare loro che può esserci una strada per tutti, un cammino per ciascuno dove un futuro migliore è possibile.

La Messa celebrata a conclusione della rievocazione della storia dell’opera ha assunto un significato spirituale profondo di ringraziamento per questi 75 anni di vita e di missione del Borgo Ragazzi Don Bosco, ringraziando in particolare per tutti quei ragazzi che la Provvidenza ha guidato nei cortili e nei locali di quest’opera.

La serata si è conclusa con la cena del Rettor Maggiore insieme ai ragazzi e agli operatori della casa-famiglia e alla comunità salesiana. Un momento familiare, in un ambiente sereno e domestico, in cui i giovani hanno condiviso con il X Successore di Don Bosco la loro storia e i loro sogni.

Labs To Future: l’intervento di don Stefano Aspettati, Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato di Emarginazione e Disagio

Martedì 5 marzo 2024 si è tenuto l’evento conclusivo del progetto Labs to Learn: “Labs To Future: Il percorso – I risultati – Le sfide“.

L’appuntamento, che ha occupato gli ambienti di Torino-Valdocco per tutta la mattinata, ha visto alternarsi oltre 30 relatori alla presenza di più di 300 ragazzi delle scuole aderenti al progetto.

Disponibile di seguito l’intervento di don Stefano Aspettati, Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato di Emarginazione e Disagio, all’interno del panel di approfondimento “La comunità educante tra apprendimento ed inclusione. Cosa serve, cosa manca.“.

Don Stefano nel suo intervento ha parlato del ruolo dell’oratorio salesiano:

L’oratorio è una realtà per sua natura dinamica essendo non in prima istanza un luogo ma un criterio. Una casa, una parrocchia, un cortile ed una scuola. Questa fa si che non ci possa essere una modalità ed una struttura fissa. Non può essere solo un luogo dove si offrono dei servizi: deve mantenere la sua caratteristica di informalità e di comunità, che prima di essere una rete occorre che parta dall’interno.

Una comunità che deve saper mettere al centro i giovani ed il loro protagonismo, in dialogo ed inserita in una comunità più vasta. Un oratorio che non può rinunciare alla sua proposta religiosa e che non può ridursi ad agenzia di servizi educativi e sociali.

Ha inoltre evidenziato l’importanza per le istituzioni di riconoscere la professionalità e il lavoro presenti negli oratori:

Portare un senso ed aprire le porte dell’interiorità anche ai giovani più in difficoltà è un dovere non solo una possibilità. Il bene va fatto bene e questo passa inesorabilmente attraverso una professionalità, che deve essere riconosciuta dalle istituzioni.

Il progetto Labs To Learn è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è nato con l’intento di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa, incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni.

Labs To Learn

Labs To Future: l’evento finale del progetto Labs To Learn a Valdocco

Martedì 5 marzo 2024 si è tenuto l’evento conclusivo del progetto Labs to Learn: “Labs To Future: Il percorso – I risultati – Le sfide“.

Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è nato con l’intento di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa, incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni.

L’appuntamento, che ha occupato gli ambienti di Torino-Valdocco per tutta la mattinata, ha visto alternarsi oltre 30 relatori alla presenza di più di 300 ragazzi delle scuole aderenti al progetto.

La parte iniziale della mattinata ha visto tutti i presenti riuniti nel Teatro Grande Valdocco, dove ad avviare le attività è stato don Leonardo Mancini, Ispettore dei Salesiani del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, che nel suo intervento ha citato due frasi di don Bosco che rappresentano l’intento del progetto:

“Si otterrà più con una parola di incoraggiamento che dia fiducia ai cuori dei ragazzi che con molti rimproveri i quali non fanno che inquietare.”

“Il lavoro è un’arma potente contro i nemici dell’anima.”

I saluti istituzionali sono continuati con gli interventi dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, dell’Assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino Carlotta Salerno, il Dirigente tecnico Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Céline Micheletti e Gabriele Moroni, Portavoce del Forum Terzo Settore Piemonte.

A seguire il Direttore dell’Oratorio Salesiano Michele Rua don Stefano Mondin ha parlato delle origini del progetto Labs To Learn, ed è stato svolto un focus sulle 4 azioni del progetto:

  • Maker Lab, laboratori attrezzati per “imparare facendo” attraverso processi di apprendimento esperienziale e induttivo ad integrazione della didattica.
  • Metodo di Studio laboratorio didattico di rinforzo delle competenze cognitive, comportamentali ed affettive/motivazionali per lo studio.
  • Work Lab, laboratorio di formazione e accompagnamento al lavoro attraverso un percorso pre-professionalizzante e flessibile.
  • Community Lab, percorsi di attivazione di comunità e generatività sociale: patti educativi, reti di prossimità.

“Il progetto collega Scuola ed Extrascuola in una formazione più orientata sul fare e comprendere, per far scoprire al ragazzo o alla ragazza la propria dignità, un qualcosa che sappia generare a sua volta qualcosa di bello.”

-Don Stefano Mondin

Dopo una breve pausa caffè offerta dagli studenti del CNOS-FAP e la visita agli stand Maker Lab dove i ragazzi hanno coinvolto i presenti nelle loro attività, gli ospiti si sono spostati in Sala Sangalli per il panel di approfondimento “La comunità educante tra apprendimento ed inclusione. Cosa serve, cosa manca.“.

Moderato da don Alberto Goia, Presidente di AGS Per il Territorio e Delegato della Pastorale Giovanile ICP, ha visto gli interventi di don Stefano Aspettati (Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato Emarginazione e Disagio), Marzia Sica (Responsabile obiettivo persone della Fondazione Compagnia di San Paolo), Enrica Pejrolo (Dirigente Formazione Professionale Regione Piemonte), e Marco Rossi Doria (Presidente dell’impresa sociale Con i Bambini).

I ragazzi sono stati invece occupati con un Edugame di educazione civica a cura di Egidio Carlomagno, Coop ET.

L’evento si è concluso alle ore 13.00 con il ricordo a don Domenico Ricca, lo storico cappellano del carcere minorile cittadino «Ferrante Aporti» deceduto sabato 2 marzo.

Sono disponibili i quaderni di lavoro e il toolkit del progetto per educatori, docenti, psicologi, formatori e tutti gli operatori che lavorano con i minori in progetti educativi, formativi e didattici di contrasto alla dispersione scolastica e promozione dell’inclusione sociale.

Frutto dell’esperienza maturata e della riflessione formativa che hanno permesso di elaborare i principi e le metodologie della prassi educativa di Labs to Learn, gli strumenti di lavoro sono raggiungibili CLICCANDO QUI.

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Conclusione della Visita Straordinaria alla Circoscrizione Italia Centrale: “Vi incoraggio”

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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Con le giornate del 10 e dell’11 marzo ’24 si è conclusa la Visita Straordinaria alla nostra Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale.

La Visita Straordinaria è un’esperienza di intensificazione della comunione di ogni singola ispettoria con il Rettor Maggiore, che ogni sei anni invia un confratello visitatore che, a suo nome e con la sua autorità, visita ogni singola casa salesiana e ogni comunità educativa pastorale. Era stato proprio il Rettor Maggiore nel mese di giugno scorso ad indire tale visita e ad incaricare don Juan Carlos Perez Godoy, Consigliere Regionale della Mediterranea, di svolgere tale prezioso compito.

A partire dal mese di settembre il Visitatore Straordinario ha incontrato tutti i confratelli e i laici delle comunità educative pastorali delle case salesiane della Liguria, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria e Sardegna, entrando in contatto con le risorse migliori e con le fatiche di tante realtà differenti, che cercano quotidianamente di essere presenza viva di don Bosco in mezzo ai ragazzi e alle persone che ci sono affidate.

Dopo sei mesi intensi di visita, don Juan Carlos ha lasciato a ciascuna comunità e a tutta l’ispettoria una relazione sullo stato di salute del carisma salesiano incarnato in questa realtà. Sia nell’incontro del 10 marzo con il Consiglio Ispettoriale, che in quello dell’11 marzo con tutti i direttori, il Visitatore Straordinario ci ha incoraggiato a continuare il nostro cammino di fedeltà a don Bosco, ad avere il senso della Comunità Educativo Pastorale e la capacità di vivere insieme, salesiani e laici, in corresponsabilità lo spirito e la missione di don Bosco, ad avere uno sguardo di speranza sulla nostra realtà, sia personale che comunitaria, sia sociale che ecclesiale, sia giovanile sia nei riguardi della nostra vita consacrata.

L’incontro con i direttori ha di fatto concluso questa “cavalcata” nelle nostre regioni, lasciandoci l’invito forte a continuare a sognare insieme a quel ragazzino di 9 anni, per il bene dei giovani e la loro salvezza.

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Foggia – Una strada in ricordo di Don Michele De Paolis

Da Il Quotidiano di Bari.

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Il prete degli ultimi, degli esclusi, degli emarginati. Il fondatore della Comunità Emmaus, la “chiesa sul campo” realizzata nello spirito di don Giovanni Bosco, nata nel 1978 nella parrocchia Sacro Cuore di Foggia e divenuta un punto di riferimento per i più deboli. Ma soprattutto un grande, grandissimo “Costruttore di futuro”, com’è il titolo dell’evento in programma sabato 9 marzo alle ore 10 presso La Casa del Giovane di viale Candelaro: un incontro “in ricordo di don Michele De Paolis”, nel decimo anno della sua scomparsa. Per l’occasione, gli organizzatori –  Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Comunità sulla strada di Emmaus, Salesiani di Don Bosco, Salesiani per il Sociale e Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza – consegneranno alla sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, una raccolta firme volta a intitolare all’amatissimo prete salesiano un’area di circolazione o una struttura di pubblica utilità. L’iter istituzionale si concluderà il prossimo 29 ottobre, a dieci anni esatti dalla sua dipartita. Oltre a questo primo tassello in favore del mai dimenticato don Michele, la mattinata sarà incentrata sui temi del lavoro sociale e della pedagogia salesiana, in linea con gli insegnamenti che il sacerdote ha diffuso sul territorio di Capitanata. Ad aprire, pertanto, sarà la presidente della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Rita De Padova, affiancata dalla sindaca Maria Aida Episcopo. A seguire, interverranno il presidente dell’associazione Comunità sulla strada di Emmaus, Ruggiero Raffaele, l’economo dell’Ispettoria Salesiana Meridioale, don Antonio Carbone, e il Procuratore capo della città di Foggia, Ludovico Vaccaro. Ma prenderanno parte ai lavori anche autorevoli professionalità del mondo educativo e del Terzo Settore, quali: Don Rafael Bejarano, responsabile mondiale opere sociali salesiane; Caterina Pozzi, presidente nazionale CNCA; Giulia Formiglio e Vincenzo Colucci, educatori di Emmaus. Previsto, infine, un buffet a cura degli allievi del corso di Operatore della ristorazione della Scuola dei Mestieri di Smile Puglia, volta al contrasto  della dispersione scolastica con sede a Villaggio Don Bosco. «Emmaus non è un luogo fisico, non è il villaggio – dichiara in merito all’iniziativa la presidente della Fondazione, Rita De Padova – non è il posto dove i ragazzi e chi lo frequenta si ritrovano, ma è un luogo della mente: rappresenta un modo di vivere. Ed Emmaus è stato e continua a essere soprattutto don Michele De Paolis, con la sua  testardaggine, con la sua profondità di pensiero, con il suo insegnamento, con la sua vita. Ha fornito un contributo fondamentale e impagabile a questa città e all’intero territorio, per questo siamo qui a chiedere che Foggia conservi per sempre la sua memoria e il suo nome».

 

Vallecrosia, “La legalità vince sempre”: consegnati alla comunità i beni confiscati alla criminalità organizzata

Dal sito dei Salesiani dell’Italia centrale.

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Consegnati ufficialmente alla comunità beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Verranno destinati per finalità sociali un complesso immobiliare sito nel comune di Bordighera che verrà utilizzato a favore di ragazzi diversamente abili e una parte di terreni agricoli siti nel comune di Vallecrosia che serviranno a favorire percorsi di formazione per giovani dell’Istituto Don Bosco e del Centro Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP per acquisire le professionalità utili anche per sbocchi lavorativi nell’agricoltura.

La cerimonia di consegna, che si è svolta questa mattina presso l’Istituto Don Bosco di Vallecrosia, ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso di sensibilizzazione alla cultura della legalità, svolto dalla Prefettura in sinergia con l’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, i comuni di Bordighera e Vallecrosia e la rete di volontariato del territorio guidata dalle associazioni Libera e Spes, Caritas e l’Istituto Don Bosco di Vallecrosia. La riappropriazione e riassegnazione di questi luoghi permetterà la creazione di spazi che, nella loro nuova funzione, verranno gestiti da associazioni impegnate nel sociale e a favore dei giovani.

Per l’occasione sono intervenuti il prefetto della provincia di Imperia Valerio Massimo Romeo, il senatore Gianni Berrino, il direttore della sede di Milano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi, il sindaco di Bordighera Vittorio Ingenito, il sindaco di Vallecrosia Armando Biasi, i rappresentanti delle associazioni, Maura Orengo, referente provinciale di Libera, e Matteo Lupi, presidente della Spes, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, locali, provinciali, regionali e nazionali.

Il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Monsignor Antonio Suetta, ha dato il via alla cerimonia con una riflessione, una preghiera e una benedizione. Sono poi stati letti messaggi rivolti al prefetto da parte di Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, e di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. “Esprimo profonda soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto nella provincia di Imperia con la riqualificazione di immobili appartenenti a esponenti di spicco della criminalità organizzata. Il riutilizzo per finalità sociali dei beni sottratti alle consorterie criminali assume un rilevante significato, anche simbolico, perché solo con la restituzione alla comunità di ciò che ha rappresentato il frutto di profitti illeciti può dirsi davvero compiuta l’opera di contrato alle mafie. Con la riappropriazione di spazi criminali la società civile diviene protagonista, riconsegnare alle comunità beni appartenenti alla criminalità organizzata significa, infatti, dare un segnale credibile di presenza attiva delle istituzioni sui territori – ha scritto il ministro Matteo Piantedosi.

“Desidero esprimere il mio apprezzamento per il significativo impegno profuso al fine di rafforzare e diffondere la cultura della legalità, come la lodevole iniziativa di consegna del complesso immobiliare e dei terreni agricoli siti nei comuni di Bordighera e Vallecrosia. La restituzione alla cittadinanza e al mondo dell’agricoltura di terreni confiscati alla criminalità può contribuire a contrastare la desertificazione economica e sociale di alcune aree della nostra nazione. E’ intendimento di questo ministero coinvolgere anche le associazioni interessate per promuovere le più ampie sinergie e rilanciare il sistema Italia. Il nostro obiettivo è quello di mettere a reddito il cospicuo patrimonio assegnato allo Stato nell’interesse della collettività” – ha sottolineato il ministro Francesco Lollobrigida.

“Sono beni appartenuti al clan dei Pellegrino che verranno destinati per fini sociali” – ha detto il prefetto della provincia di Imperia Valerio Massimo Romeo – “Le ville a Bordighera saranno destinati ai ragazzi della Spes per iniziative di crescita e aiuto mentre i terreni a Vallecrosia verranno usati dai ragazzi del Don Bosco per percorsi di formazione in vista di un possibile sblocco professionale. Questi beni che erano il simbolo di affermazione e potere della mafia oggi diventano simbolo di bene grazie allo stato italiano e questa è una bellissima cosa che ci soddisfa molto”.

E’ intervenuto anche il senatore Gianni Berrino: “Oggi è un giorno importante e gioioso che trova le sue radici nello sforzo che la magistratura insieme alle forze dell’ordine fanno quotidianamente in Italia per combattere la criminalità organizzata. Oggi è un giorno di ringraziamenti, il primo va alle donne e agli uomini in uniforme che, unitamente alla magistratura e alle forze inquirenti e giudicanti, hanno reso possibile tutto questo. Senza il loro sacrificio, senza il loro lavoro e il loro coraggio tutto questo oggi non sarebbe stato possibile. Non sarebbe stato possibile vivere questo giorno di gioia, speranza e impegnativo perché quando lo Stato restituisce alle comunità locali beni che sono stati utilizzati per altri motivi, rende e dà un forte impegno alla comunità affinché questi beni vengano custoditi e impiegati per il futuro dei giovani. E’ bella la durezza del lavoro. Per arrivare ad oggi c’è stato un lavoro duro, lo stesso che viene richiesto ai nostri giovani, alle comunità, per il futuro, per dimostrare a tutti noi che il bene vince sempre e che l’impegno, unito alla fatica e alla costanza, sono l’unica via per un futuro migliore di quello che abbiamo oggi, per un futuro di democrazia e di libertà a cui quotidianamente le forze dell’ordine e la magistratura sovrintendono. Senza l’impegno quotidiano delle donne, degli uomini e delle forze dell’ordine questo non sarebbe possibile, voglio ringraziare, perciò, tutti coloro che hanno contribuito ad arrivare qua, a questo momento”.

“E’ sempre un piacere per l’agenzia essere presente alla cerimonia di consegna dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata in particolare oggi visto che verranno destinati per finalità sociali” – ha dichiarato il direttore della sede di Milano dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata Simona Enrica Ronchi – “La cerimonia di oggi rappresenta un momento particolarmente significativo perché è la conclusione di un lavoro immenso fatto dalle forze dell’ordine e dai tribunali per sottrarre i patrimoni alla criminalità organizzata. La legalità vince sempre”.

“Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto” – ha affermato Maura Orengo, referente provinciale di Libera – “Quando abbiamo iniziato questo percorso, il timore che un po’ vagava nella comunità era che le mafie vincono sempre e invece ce l’abbiamo fatta. Ora sappiamo di avere le spalle coperte e faremo il massimo. Questi beni ci permettono di far conoscere ai ragazzi e agli adulti come funziona l’attività e la mente mafiosa. Scuole, organizzazioni civili e adulti stanno venendo a vedere e toccare con mano quello che è successo. Ormai si è squarciato un velo”.

“E’ stato un momento di testimonianza di quanto lo Stato sia stato forte e presente sempre in questa grande sfida” – ha commentato Matteo Lupi, presidente della Spes – “Ringraziamo tutti, in particolar modo la dottoressa Ronchi, che ci è stata vicina nel suo ruolo di Agenzia, e la professoressa Orengo di Libera, che sta svolgendo un lavoro straordinario nelle scuole e nella società civile per rendere tutta la comunità più consapevole. Oggi siamo qui a cogliere tutto il peso della responsabilità che spetterà alla Spes e a una grande rete di soggetti. Simo lieti di poter intraprendere questo cammino insieme a Libera, al Don Bosco e alla Caritas. Sentiamo il peso di creare, insieme alle istituzioni, le condizioni di lavoro per aiutare alcuni ragazzi a crescere con un lavoro vero e serio e un’opportunità vera di cittadinanza che sia d’esempio per tutti”.

“Quando ancora non esisteva il termine legalità Don Bosco parlava ai suoi ragazzi e diceva a loro di diventare dei buoni cristiani, onesti cittadini e abitatori del cielo” – ha aggiunto don Stefano Aspettati, Superiore della Circoscrizione salesiana dell’Italia Centrale – “Il terreno degli onesti cittadini ci mette in comunione con tutti”.

L’evento, che si è concluso con un ricco buffet, è stato curato dagli allievi dei corsi del Centro Formazione Professionale Salesiano CNOS FAP che, in un’occasione così importante, sono stati anche loro protagonisti di una giornata preziosa per la collettività.

Sanremo News

Contrastare la dispersione scolastica: a Frascati nasce il progetto “QUICONTE”, una sinergia tra Comune, Caritas Diocesana, Istituto Salesiano “Villa Sora” e Istituti Comprensivi del territorio

Dall’agenzia ANS.

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Frascati, Italia – 23 febbraio 2024 – Da sempre radicata nel territorio tuscolano, in continuità con l’Estate Ragazzi che da più di dieci anni accoglie circa 700 ragazzi del territorio di Frascati, la comunità educativa dell’istituto salesiano “Villa Sora”, ha deciso di concretizzare il sostegno e l’accompagnamento degli studenti di Frascati, secondo lo spirito del fondatore San Giovanni Bosco. Con la delibera approvata in Giunta Comunale il 13 febbraio e con la firma del protocollo del successivo 22 febbraio, è stato avviato il progetto “QUICONTE”. Il progetto prevede la creazione di un gruppo di lavoro e l’accoglienza a Villa Sora di alcuni ragazzi e ragazze frequentanti le scuole secondarie di primo grado del comune. Un ampliamento delle risorse a loro disposizione anche per contrastare la dispersione scolastica e fornire sostegno alle famiglie più in difficoltà. Tale progetto è reso possibile grazie alla collaborazione di numerosi attori del territorio da sempre attenti ai bisogni dei ragazzi: la Sindaca di Frascati, Francesca Sbardella; l’Assessore alle Politiche Sociali e ai Servizi Sociali, Matteo Filipponi; la Caritas Diocesana e i Dirigenti scolastici degli istituti comprensivi di Frascati, che supporteranno didatticamente i ragazzi accolti. A livello operativo l’istituto salesiano “Villa Sora” accoglierà in fascia pomeridiana alcuni ragazzi e ragazze frequentanti gli istituti comprensivi di Frascati, fornendo supporto nello studio e prevedendo la partecipazione ad attività ludico-ricreative, strutturate e libere, in cortile. I giovani accolti saranno assistiti da studenti frequentanti l’istituto salesiano e da volontari, secondo il Sistema Preventivo di Don Bosco.

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Caserta, Rise Up contro la violenza di genere, impegno condiviso alla cogestione dei Salesiani

Da AppiaPolis.

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CASERTA – Nei giorni 22 e 23 febbraio, l’Istituto Salesiani Don Bosco di Caserta ha ospitato un evento di grande rilievo, che ha visto la partecipazione delle associazioni Rise Up, VOCE, dei rappresentanti del Forum dei Giovani della Città di Caserta, il Comando di Caserta della Guardia di Finanza e della TCE Terapy Center di Elpidio Cecere. L’evento della Cogestione è, da anni per il Don Bosco, un momento di riflessione su cultura, sport, formazione e divertimento, ha offerto a Rise Up, rappresentata da Maria Corvino e Valeria Ambrosanio il primo giorno, e da Lucia Cerullo e Alessandra Vigliotti il secondo, l’opportunità di interagire direttamente con gli studenti su temi di stretta attualità e grande impatto sociale, come la lotta contro la violenza di genere.

L’iniziativa ha evidenziato l’importanza di un lavoro congiunto per contrastare un fenomeno tanto diffuso quanto dannoso. La scuola è stata riconosciuta come ambiente privilegiato per promuovere il cambiamento, educando le giovani generazioni al rispetto reciproco e all’uguaglianza di genere.

Durante l’evento, sono stati presentati esempi concreti tratti dall’esperienza professionale dei relatori, supportati da dati statistici e ricerche che hanno sottolineato l’urgenza di agire. Sono stati inoltre suggeriti approcci per l’implementazione di attività di sensibilizzazione e prevenzione nelle istituzioni scolastiche.

Una particolare attenzione è stata data a come gli studenti possano diventare attori attivi nella lotta contro la violenza di genere, sottolineando l’importanza della collaborazione tra istituzioni, docenti, famiglie, associazioni e studenti stessi.

Un ringraziamento speciale è stato rivolto al Direttore Don Antonio D’Angelo, ai Vicepresidi Prof. Piergiorgio Carusone e Prof. Costanza Signorelli per aver reso possibile l’evento. Un plauso va anche ai rappresentanti di istituto Gaetano Montuori, Giorgia Maddaloni e Giovanni Maiello per l’organizzazione impeccabile, che ha riflettuto lo spirito imprenditoriale, considerato una delle competenze chiave europee.

L’iniziativa ha riscontrato un grande interesse e partecipazione, confermando come l’educazione e il dialogo siano strumenti fondamentali per costruire una società più giusta e sicura per tutti. La lotta contro la violenza di genere, attraverso momenti come questi, diventa un impegno condiviso che rafforza la comunità e ne guida i passi verso un futuro libero dalla discriminazione e dalla violenza.

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Salesiani Genzano, conferita la cittadinanza onoraria a don Luigi Ciotti

Dal sito di notizie Castelli Notizie.

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Si è tenuta stamattina, presso il Cinema Cynthianum, la solenne cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Luigi Ciotti, prete da sempre in prima linea nella lotta contro le mafie, le droghe e contro la violenza di ogni tipo, la sopraffazione e la negazione dei diritti umani. Già lo scorso anno Don Ciotti era stato a Genzano per incontrare la cittadinanza in occasione della festa di San Giovanni Bosco.

Stamattina è stato accolto in una sala gremita di autorità, cittadini ma soprattutto studenti e studentesse degli istituti di Genzano e una rappresentanza della sede distaccata dell’istituto Pertini di Genzano ma presente ad Albano. Un monito per tutti ed ognuno la presenza di Don Ciotti a Genzano, che ha tenuto particolarmente al momento del dialogo con le scuole. Gli studenti hanno posto diverse domande a cui il prete di strada dai riferimenti del Vangelo e della Costituzione, lo stesso che decine di anni fa ha fondato, da un semplice giornale, prima il gruppo Abele poi l’associazione Libera Nomi e Numeri contro le mafie, ha prontamente risposto. Massiccia la presenza delle forze dell’ordine, essendo Don Ciotti da anni sotto scorta a causa delle diverse minacce ricevute da esponenti di spicco delle organizzazioni mafiose.

«Non temete, non dobbiamo temere – ha detto ai presenti -, dobbiamo sperare in un domani migliore. Possono uccidere una persona ma non potranno mai uccidere un grande movimento, non potranno mai uccidere l’azione collettiva di tanti cittadini».

Sul palco, oltre al neo cittadino onorario, la Presidente del Consiglio Comunale Patrizia Mancini che ha conferito materialmente la cittadinanza, il Sindaco Carlo Zoccolotti, il salesiano Don Maurizio Verlezza e il Vicario Generale della Diocesi di Albano Don Franco Marando, in rappresentanza del vescovo Vincenzo Viva. Nelle prime file gli amministratori comunali, i consiglieri, i tre parroci di Genzano, i rappresentanti delle associazioni della Città dell’Infiorata.

Don Ciotti ha dato appuntamento a tutti al 21 marzo, Giornata Nazionale per la promozione della Legalità, raccontando ai giovani l’esperienza con Giovanni Falcone due mesi prima della sua uccisione. Un ultimo invito ai giovani: «Abbiate cura della vostra solitudine, che non deve essere isolamento, ma siate responsabili e usate le nuove opportunità per costruire nuove relazioni, perché dobbiamo recuperarle».

l neo cittadino genzanese Don Luigi Ciotti è stata consegnata anche una tessera di iscrizione alle biblioteche del Sistema Castelli Romani, come simbolo dell’unione tra cultura e legalità. Don Ciotti ha colto l’occasione per invitare ad un gemellaggio tra il Sistema Castelli Romani ed il Centro Extra Libera di Roma, un ex bingo confiscato alla malavita e ora centro di cultura. Parole di forte apprezzamento – che hanno di fatto raccolto anche quelle degli altri ospiti sul palco – quelle del Sindaco di Genzano nei confronti del presbitero missionario contro l’emarginazione. È stata la giusta occasione anche per annunciare a Don Ciotti – che ha parlato di fratellanza e della necessità di essere un’unica famiglia – il tema della prossima edizione dell’Infiorata del Corpus Domini, tratto dall’enciclica di Papa Francesco e dalla poesia di Danilo Dolci: “Sogniamo come un’unica umanità. Ciascuno cresce solo se sognato”.

Con la cittadinanza onoraria il Comune di Genzano di Roma, in collaborazione con Salesiani Don Bosco, ha suggellato un patto per una sana diffusione di una mentalità aperta che sia sempre a favore della vita.

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