Mattarella in Costa D’Avorio e Ghana in visita al «modello Italia» di Avsi, Salesiani e Sant’Egidio

Da Avvenire.

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Un “modello Italia” che tiene insieme il nostro sistema produttivo, con Eni e Confindustria in prima fila, la cooperazione internazionale e la presenza missionaria della Chiesa. In grado di fornire sbocchi nuovi al nostro fabbisogno energetico, ma senza intenti neo-colonialisti. C’è tutto questo nella visita di Sergio Mattarella, che sarà in Costa d’Avorio, prima visita ufficiale di un capo di Stato italiano, da martedì 2 a giovedì 4 aprile e, poi, in Ghana, fino a sabato. Mattarella, che è già stato in Etiopia nel 2016 e in Mozambico e Zambia nel luglio 2022, torna nel continente africano, entrato tra le priorità della politica estera italiana del governo Meloni, visitando anche tre iniziative della cooperazione italiana, sostenute da Avsi, Salesiani e Comunità di Sant’Egidio.

Due democrazie africane a ridosso della turbolenta area del Sahel attraversata da conflitti e colpi di Stato. Energia e istruzione sono al centro della visita in Costa d’Avorio dove Mattarella arriva accompagnato dalla figlia Laura – mentre il governo sarà rappresentato dal viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli -, a seguito dell’invito formale del presidente Alassane Ouattara, in visita a Roma nel settembre 2022. Domani giornata di incontri istituzionali, con la significativa cerimonia della consegna delle chiavi del distretto di Abidjian, che si concluderà con un incontro con la comunità italiana e un pranzo di Stato. La giornata di giovedì, prima di ripartire, sarà dedicata invece alle esperienze ”sul campo”. In mattinata la visita al giacimento di Baleine – un impianto off shore, di grosse potenzialità, ancora tutte da sviluppare -, cruciale nel nostro piano di autosufficienza energetica, il primo in Africa a “emissioni zero” gestito da Eni in partnership con la società nazionale di estrazione (Petroci). Ma a suggellare il rapporto con il Paese ivoriano c’è anche, sul versante della formazione, un piano di grossa portata sostenuto da Eni e Petroci e gestito da Avsi: Mattarella si recherà in visita al complesso scolastico Vidri Canal , una scuola che si inserisce in un piano nazionale di consolidamento delle istituzioni scolastiche che saranno implementate nel quadro delle iniziative finanziate dal “piano Mattei”, che riguarda ben 20 scuole pubbliche. Il solo complesso di Vidri Canal comprende 4 scuole e conta 1.450 alunni, avvalendosi anche di altri contributi, fra cui quello del governo americano. Una collaborazione con il governo, attraverso il ministero dell’Educazione nazionale e alfabetizzazione, che toccherà anche 3mila biblioteche e finanzierà mense scolastiche per 125mila allievi delle zone rurali. «Siamo orgogliosi di questa collaborazione», dice Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione Avsi. Il piano prevede il coinvolgimento di 8.500 studenti, 2mila genitori e circa 150 insegnanti e consulenti pedagogici. «Un esempio di successo della cooperazione italiana, un modello che funziona solo se si costituisce davvero una partnership alla pari, e che ora – conclude Silvestri – potrà essere implementato mobilitando fondi a effetto moltiplicatore della Global Partership for Education».

Ultima visita, giovedì, alla casa della Comunità di Trechville (Abidjan), sede centrale della Comunità di Sant’Egidio, presenza storica nel Paese ivoriano, impegnata fin dagli anni Ottanta nei quartieri più poveri, con i ragazzi di strada e gli anziani, e per promuovere le “scuole di pace”, un percorso pedagogico di prevenzione dei conflitti che valorizza un’antica vocazione della Comunità, nel continente africano, in grado di promuovere lo storico processo di pace in Mozambico, nel lontano ottobre 1992.

Nel pomeriggio di giovedì Mattarella si sposterà in Ghana, ad Accra, dove il presidente Nana Addo Dankwa Akufo-Addo lo aveva invitato e dove, prima di lui, era stato in visita di Stato il solo Giorgio Napolitano, nel luglio 2007. Il capo dello Stato visiterà una nave italiana, la “Bettica”, parte di una missione di monitoraggio per combattere la pirateria e altre forme di criminalità in mare, nel golfo di Guinea. Evocativa anche la visita al castello di Christiansborg, sulla costa dell’Atlantico, da cui partivano le navi degli schiavi.

In Ghana, Mattarella visiterà anche, sabato, una scuola dei salesiani volta alla formazione professionale di operai e cuochi realizzata d’intesa con Confindustria Alto Adriatico (vedi intervista qui sotto) che sarà in grado di generare, in Friuli Vnezia Giulia, un flusso migratorio regolare e qualificato. Una presenza radicata, quella di Confindustria in Africa, che nel solo arco di tempo fra il 2016 e il 2022 ha visto aumentare l’interscambio commerciale del 105 per cento. I principali prodotti importati dall’Africa, manco a dirlo, sono il gas naturale (39,4%) e il petrolio (27,5%), costituendo l’Africa una crescente opportunità per la nostra autosufficienza energetica. Ma sempre rispettando il “modello Italia”. Quello di Enrico Mattei, l’ex partigiano cattolico fattosi petroliere che, ricorda Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, «lasciava ricchezze nei territori. Sappiamo bene che il modello cinese non lascia nulla, ma oggi non bisogna essere predatori».

Mattarella in missione in Africa: visita al don Bosco di Ashaiman – La Verità

Si riporta di seguito la notizia apparsa su La Verità.

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Storica visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Africa occidentale. Accompagnato dalla figlia Laura e dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli , Mattarella è arrivato ieri sera in Costa d’Avorio, per la prima visita ufficiale di un capo di Stato italiano.

Da domani, giovedì, a sabato, Mattarella sarà in Ghana. Ieri sera Mattarella è stato accolto all’aeroporto di Abidjan dal vice presidente della Repubblica della Costa d ‘Avorio, Tiemoko Meyliet Koné, e dal ministro degli Esteri, dell ‘integrazione africana e degli ivoriani all’estero, Kacou Houadja Léon Adom, alla presenza dell’ambasciatore Arturo Luzzi.

Fittissimo il programma della missione, che sarà certamente importante anche nell’ottica del Piano Mattei, pilastro della politica estera del governo guidato da Giorgia Meloni. Questa mattina al palazzo presidenziale Mattarella incontra il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara. Dopo le dichiarazioni alla stampa dei due presidenti, è prevista la cerimonia di consegna delle chiavi del distretto di Abidjan, un riconoscimento di estrema importanza che fino a ora era stato assegnato solo a presidenti francesi come Emmanuel
Macron e François Hollande.

Un particolare da non sottovalutare assolutamente: nel 2025 in Costa d’Avorio sono in programma le elezioni presidenziali, il cui esito potrebbe cambiare l’orientamento filo francese del Paese: una finestra di opportunità che l’Italia potrebbe sfruttare al meglio.

Mattarella poi parteciperà al pranzo ufficiale offerto dal presidente della Costa d’Avorio. Domani, giovedì, tappa al giacimento di Baleine, scoperto dall’Eni in acque profonde nel 2021 e dove, come ricorda l’agenzia Nova, la produzione è stata avviata lo scorso 27 agosto.

Per il giacimento di Baleine è stato stimato un investimento da 10 miliardi di dollari, un progetto che avrà un impatto duraturo sull’economia ivoriana e nelle intenzioni di Eni non verrà sfruttato solo per l’esportazione. Mattarella visiterà la stazione a terra del giacimento, dove verranno anche illustrate le attività del gruppo sulla cooperazione italiana in ambito energetico e le attività sociali nel Paese.

È legata a Eni anche la visita del complesso scolastico di Vridi, una scuola che la compagnia italiana ha ristrutturato nel contesto di un piano nazionale governativo di ristrutturazione e consolidamento di tutte le istituzioni scolastiche. Piano che per le sue peculiarità, e per la centralità della Costa d’Avorio nel Piano Mattei, verrà replicato anche in altre zone del Paese, con l’obiettivo, sottolinea Palazzo Chigi, di piantare dei semi per la crescita del capitale umano che favorirà lo sviluppo del benessere del Paese.

Nel pomeriggio, prima della partenza per il Ghana, Mattarella visiterà alle 16 la casa della comunità di Sant’Egidio ad Abidjan, dove incontrerà un gruppo di bambini delle scuole della pace, gli ex ragazzi di strada ora accolti dalla comunità, alcuni anziani e il movimento giovanile di Sant’Egidio.

Da domani pomeriggio Mattarella e la delegazione italiana saranno in Ghana, dove il capo dello Stato incontrerà una delegazione della comunità italiana. Nella mattinata di venerdì 5 aprile, invece, Mattarella sarà ricevuto alla Jubilee house, per un colloquio con il presidente della Repubblica del Ghana, Nana Akufo-Addo.

Il programma prevede poi la visita al Memoriale di Kwame Nkrumah, dove la delegazione sarà accolta dal sindaco di Accra, dal direttore del Memoriale, Edward Quao, e dalla figlia dell’ex presidente ghanese, Samia Nkrumah.

Nel pomeriggio Mattarella è atteso al Castello di Christiansborg e in serata parteciperà al pranzo di Stato organizzato alla Jubilee house.

Sabato 6 aprile, nella prima parte della mattinata, il capo dello Stato sarà al Centro di Formazione Professionale don Bosco di Ashaiman, in Ghana, gestito dai padri salesiani e creato grazie al contributo di Confindustria Alto Adriatico.

Qui Mattarella parteciperà alla inaugurazione dell’academy che Confindustria Alto Adriatico ha realizzato, con l’obiettivo di formare manodopera locale con profili professionali sovrapponibili a quelli ricercati dal tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia.

L’obiettivo è quello di fornire a 250 giovani una formazione di qualità nell’ambito del Ghana project messo a punto da Confindustria Alto Adriatico.

Principale partner dell’operazione è Umana, agenzia per il lavoro, ma sono stati coinvolti anche la Regione e i sindacati.

A seguire, Mattarella si trasferirà presso il porto di Tema, dove è ormeggiato il pattugliatore d’altura della Marina militare italiana Bettica, impegnato in operazioni di monitoraggio nel Golfo di Guinea, nell’ambito di un programma di lotta alla pirateria e ad altre forme di criminalità in mare. Il presidente della Repubblica incontrerà comandante e membri dell’equipaggio. Al termine, è previsto il rientro in Italia.

La Verità

Italia – Gli Esercizi Spirituali, in simultanea a due modalità, della comunità internazionale Zeffirino Namuncurà

Notizia a cura di don Silvio Roggia per l’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Come ogni anno, gli Esercizi Spirituali della comunità internazionale Zeffirino Namuncurà di via della Bufalotta, Roma, degli studenti di Teologia, si svolgono a partire dalla conclusione delle lezioni all’Università Pontificia Salesiana, prima della pausa pasquale, fino al Giovedì Santo.

Quest’anno però c’è stato un elemento di novità che li ha caratterizzati. Ospiti del Centro di Spiritualità di Sacrofano, si sono svolti in simultanea sia il corso di esercizi, con la predicazione guidata da don Gianni Ghiglione con una rilettura in chiave spirituale e carismatica delle Memorie dell’Oratorio – in linea con il bicentenario del sogno dei nove anni – sia gli Esercizi, personalmente guidati per 12 confratelli che han fatto questa scelta.

Gli Esercizi Spirituali personalmente guidati sono un’esperienza che è al cuore della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano (SSA), che nel mese di aprile giungerà alla sua settima edizione e che è già stata frequentata da oltre 160 salesiani dalle 7 regioni. Nella Scuola, che si svolge a Valdocco e al Colle per 5 settimane tra aprile e maggio per la lingua inglese e tra agosto e settembre per le lingue neolatine (italiano, spagnolo, francese e portoghese), la settimana di esercizi personalmente guidati è, a dire dei partecipanti, l’esperienza più intensa e qualificante, che permette di valorizzare al meglio anche tutto ciò che la precede e la segue.

In cosa consistono gli esercizi spirituali personalmente guidati? È un tempo di silenzio dove chi intraprende questo tipo di esercizi dedica 4 o 5 tempi di un’ora di preghiera ogni giorno. In comune si celebra l’Eucaristia. Una volta al giorno ogni partecipante si incontra con la sua guida degli esercizi che suggerisce alcuni passi della Scrittura e piste di meditazione, non prestabilite ma rispondenti a quanto la persona sta vivendo in quel periodo della sua storia e cammino spirituale. È quanto si vive nei momenti di preghiera del giorno precedente a orientare il prosieguo del cammino. Gli appuntamenti della giornata sono: l’Eucaristia, i momenti di preghiera, l’incontro con la guida, i pasti in silenzio. Il resto del tempo viene liberamente organizzato attorno a questo ritmo contemplativo, con ampio spazio al riposo e al contatto con la natura.

Nell’insieme si tratta di un percorso di preghiera semplice e lineare, ma proprio per questo capace di mettere la persona e la sua storia di fronte a Dio, lasciando a Lui l’iniziativa principale, di cui la guida si fa come specchio, per cogliere e dare forza a quanto ciascuno vive nell’intimo dialogo con il Signore.

Poter fare congiuntamente queste due esperienze è un dono ulteriore che ci si offre reciprocamente: ciascuno ha un suo ritmo e cammino e, rispettando la libertà di ogni cuore, ci si può stimolare e aiutare a vicenda, vivendo in fraternità di spirito la più bella e feconda delle nostre diversità: quella delle nostre anime. Diceva infatti Santa Teresa d’Avila che la differenza tra i nostri volti è insignificante rispetto alla unicità e originalità dell’anima che ognuno è e vive. Camminare insieme rispettando il passo e l’andatura di ogni pellegrino, pur orientati alla stessa meta, è una forma di sinodalità che può avere una sua peculiare valenza formativa, significativa non solo per le tappe iniziali.

Un ringraziamento a don Gianni Ghiglione, al sig. Raymond Callo, Coordinatore della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano, e padre Jesus Maria Velasco, che hanno accompagnato con saggezza in questo percorso.

-don Silvio Roggia

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RMG – Un simbolo d’unione nell’impegno: la croce del Volontariato Missionario Salesiano

Dall’agenzia ANS.

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In un passo significativo verso la promozione dell’unità e della dedizione del Volontariato Missionario Salesiano (VMS), la Congregazione Salesiana presenta con orgoglio la “Croce VMS”.

Questo emblema, intriso dell’essenza e dei valori della missione salesiana, è stato introdotto congiuntamente dai Settori della Pastorale Giovanile e delle Missioni, e servirà da potente simbolo di impegno tra i volontari.

Le Croci del Volontariato Missionario Salesiano rappresentano un simbolo unificante esclusivamente per i Volontari Missionari Salesiani ed incarnano la loro incrollabile devozione al servizio e alla solidarietà.

Così come definito dalla Congregazione, il Volontariato Missionario Salesiano rappresenta un impegno volontario assunto da giovani all’interno delle comunità salesiane, spinti dalla fede e ispirati dagli insegnamenti e dalla spiritualità di Don Bosco.

C’è stato un processo importante e significativo per garantire che la croce rappresentasse tutti gli aspetti importanti del VMS. L’Equipe Consultiva VMS ha indetto un concorso di progettazione che ha coinvolto le Ispettorie salesiane e don Jeff Miller, SDB, australiano, ha vinto il concorso.

Il suo progetto è stato la base per la croce attuale, che è stata poi sviluppata seguendo i suggerimenti dei Consigli per la Pastorale Giovanile e le Missioni, per armonizzare in modo semplice le caratteristiche più importanti del Volontariato Missionario Salesiano.

Per garantire il significato della croce, sono stati stabiliti criteri specifici per coloro che possono riceverla:

  1. Volontari con formazione salesiana: Persone che hanno seguito una formazione completa incentrata sulla spiritualità e sulla pedagogia salesiana.
  2. Integrazione nelle comunità salesiane: Volontari che risiederanno e lavoreranno all’interno di comunità salesiane attivamente impegnate nei progetti educativi e pastorali promossi dai Salesiani.
  3. Impegno ad un servizio continuo: Volontari che si impegnano a svolgere un periodo di servizio continuo e ininterrotto, offrendo il proprio tempo volontariamente e senza retribuzione.
  4. Motivati dalla fede: Volontari fondati nella fede, spinti dall’etica missionaria di Don Bosco e animati dallo spirito del carisma salesiano.

Il Comitato Consultivo del VMS ha reso più accessibile il processo per ottenere le croci VMS, permettendo ai coordinatori di richiedere le croci ai Settori Missioni e Pastorale Giovanile. Queste croci, incarnazione tangibile dell’impegno condiviso dei Volontari Missionari Salesiani, saranno di norma conservate presso gli uffici centrali del Settore per le Missioni a Roma, situato presso la Sede Centrale Salesiana.

L’introduzione della Croce del Volontario Missionario Salesiano sottolinea il costante impegno della Congregazione Salesiana nel coltivare l’unità e la solidarietà tra i suoi volontari; indossandola, i volontari prendono su di sé l’eredità di Don Bosco nel servizio disinteressato e devoto ai giovani.

Per ulteriori informazioni sulla Croce VMS, gli interessati sono invitati a contattare il Comitato Consultivo del VMS all’indirizzo: salesianvol@sdb.org.

Abbracciando la Croce VMS, i volontari non solo si adornano con un simbolo esteriore, ma portano anche dentro di sé l’etica profonda della missione di Don Bosco, perpetuando la sua eredità di amore, servizio e responsabilizzazione tra i giovani.

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Italia – 1° aprile 2024: 90° anniversario della Canonizzazione di Don Bosco

Dall’agenzia ANS.

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Il 1° aprile 2024 è stato il 90° anniversario della canonizzazione di Don Bosco, fatta da papa Pio XI nel giorno stesso di Pasqua, 1° aprile 1934, per accomunare Don Bosco alla gloria del Cristo Risorto, a conclusione dell’Anno santo della redenzione, indetto dallo stesso Pio XI per celebrare i 1900 anni della Redenzione, della morte e risurrezione di Gesù Cristo.

È commovente recarsi nella primitiva cappella Pinardi a Torino, vera Porziuncola salesiana, e contemplare il dipinto di fondo che rappresenta la Risurrezione.

Il mistero pasquale segna l’esistenza di don Bosco e lo conduce nel cuore dell’avvenimento cristiano: riceve la prima comunione il giorno di Pasqua del 1826; inizia l’oratorio con sede stabile a Valdocco nella Pasqua del 1846 (12 aprile); viene canonizzato da Pio XI il 1° aprile 1934 Domenica di Pasqua, Anno santo della redenzione.

Nella lettera Decretale con cui si proclama la santità di Don Bosco, Pio XI così si esprime:

«Oggi invero a Noi, forti dell’infinita virtù del Sangue del Crocifisso Redentore, mercé la vicaria potestà della quale siamo insigniti, vien concesso di aggiungere a quella schiera di Santi un altro eroe della santità, il quale, per i tanti e sì grandi benefìci che alla religione e alla civiltà continuamente apporta per mezzo della sua spirituale figliolanza, vivrà in memoria ed in benedizione sino agli ultimi tempi: vogliam dire Giovanni Bosco, il quale pochi anni or sono annoverammo nei fasti dei Beati, e che (dolce è ancora all’animo il ricordo) non solo con l’aspetto e con la parola confortò la Nostra giovinezza, ma pur ancor per le meravigliose sue opere e per lo splendore della sua virtù si attirò tutta la Nostra ammirazione».

Infatti, nell’autunno del 1883, giovane sacerdote, don Achille Ratti andò a far visita a don Giovanni Bosco e al suo Oratorio a TorinoValdocco, ove si fermò due giorni, sedette alla mensa di Don Bosco e se ne partì pieno di profondi e soavi ricordi. Quel contatto avuto con il Santo fu per lui quasi sempre un vanto.

Se ci si reca in San Pietro si può notare che l’unico Santo accompagnato da due giovani è proprio San Giovanni Bosco. E i due giovani sono San Domenico Savio e il Beato Zefirino Namuncurà.

È una specie di inno alla santità salesiana, alla santità del maestro e dei discepoli. Questo gruppo di Santi si trova nella parte destra della navata, sopra l’antica statua in bronzo di San Pietro, quasi a sottolineare la grande devozione del Santo al Vicario di Cristo.

Nella lettera apostolica Iuvenum Patris San Giovanni Paolo II evidenzia il fatto che Don Bosco

«realizza la sua personale santità mediante l’impegno educativo vissuto con zelo e cuore apostolico, e che sa proporre, al tempo stesso, la santità quale meta concreta della sua pedagogia. Proprio un tale interscambio tra “educazione” e “santità” è l’aspetto caratteristico della sua figura: egli è un “educatore santo”, si ispira a un “modello santo” – Francesco di Sales -, è un discepolo di un “maestro spirituale santo” – Giuseppe Cafasso -, e sa formare tra i suoi giovani un “educando santo”: Domenico Savio… Nella Chiesa e nel mondo la visione educativa integrale, che vediamo incarnata in Giovanni Bosco, è una pedagogia realista della santità. Urge ricuperare il vero concetto di “santità”, come componente della vita di ogni credente. L’originalità e l’audacia della proposta di una “santità giovanile” è intrinseca all’arte educativa di questo grande Santo, che può essere giustamente definito “maestro di spiritualità giovanile”. Il suo particolare segreto fu quello di non deludere le aspirazioni profonde dei giovani (bisogno di vita, di amore, di espansione, di gioia, di libertà, di futuro), e insieme di portarli gradualmente e realisticamente a sperimentare che solo nella “vita di grazia”, cioè nell’amicizia con Cristo, si attuano in pieno gli ideali più autentici».

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“Educazione e cultura del safeguarding nello sport. Verso la costituzione di modelli di tutela e prevenzione”: convegno della PGS con l’UPS

La sinergia tra le Polisportive giovanili salesiane e l’Università Pontificia Salesiana ha dato vita al convegno “Educazione e cultura del safeguarding nello sport. Verso la costituzione di modelli di tutela e prevenzione” che si svolgerà il prossimo 13 aprile, ore 9:00-12:45, presso l’Università Salesiana in Roma.

L’esigenza di affrontare questo tema, come affermato dal Presidente delle PGS Avv. Ciro Bisogno, nasce dall’esigenza di dare risalto a quel segmento della Riforma dello Sport che costituisce un passaggio fondamentale per costruire una vera cultura dello Sport. Temi quali la tutela dei minori ed il contrasto e la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione non possono lasciare indifferenti un Ente di Promozione Sportiva che ha a cuore le sorti dei giovani ed è impegnato a fornire il proprio quotidiano contributo nei contesti sociali del Paese. E’ necessario, oggi più che mai, un impegno collettivo nella costruzione di un associazionismo sportivo che sappia rispondere a tutte le esigenze del mondo giovanile e della società.

L’obiettivo primario del convegno, ha affermato il Prof. Andrea Farina, docente di Legislazione minorile della Facoltà di Scienze dell’Educazione, è anzitutto quello di dedicare un momento di confronto di carattere nazionale alla tematica legata alle politiche di Safeguarding in ambito sportivo.  Si vuole inoltre favorire una cultura di prevenzione nello sport e la comprensione di quali modelli di tutela di tipo organizzativo meglio si adattano alle realtà associative in tale ambito.

Interverranno relatori esperti come il prof. Emanuele Isidori, il Dott. Ugo Taucer, il Dott. Valerio de Gioia, la Dott.ssa Clotilde Scolamiero e l’Avv. Gianluca Mulé. Parteciperà, attraverso un video di saluto, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza Dott.ssa Carla Garlatti.

Oltre 500 persone formate su temi emergenti della salute mentale e dei giovani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A marzo, il Settore per la Pastorale Giovanile ha promosso 5 webinar in 10 sessioni con il fine di informare, sensibilizzare e creare consapevolezza su alcuni temi di salute mentale nei giovani: disturbi alimentari, salute mentale di migranti e rifugiati, depressione giovanile, bullismo e suicidio e autolesionismo. Otto esperti altamente competenti hanno offerto osservazioni e indicazioni concrete su questi temi. Questi psicologi, psichiatri e altri professionisti della salute mentale hanno anche risposto alle domande degli educatori salesiani.

“È stata fornita una panoramica sulla salute mentale dei giovani e degli adolescenti, affrontando diverse sfaccettature rilevanti per la nostra azione educativo-pastorale: l’educazione delle competenze emotive; la cura delle relazioni e dei legami all’interno delle reti di supporto (famiglia, amici, coetanei, educatori); l’attenzione al processo educativo. Diventa inoltre importante lavorare su alcuni fattori di protezione del benessere mentale: abitudini salutari, connessioni sociali supportanti e la capacità di gestire le sfide che la vita presenta”, ha spiegato Antonella Sinagoga, coordinatrice dell’iniziativa.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanitàa livello globale, un giovane su sette di età compresa tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale come ansia, depressione, disturbi comportamentali come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disturbo antisociale o autolesionismo e ideazione suicidaria. I disturbi alimentari, come la bulimia o l’anoressia, sono associati a un tasso di mortalità più elevato rispetto a qualsiasi altro disturbo mentale. È sorprendente che il suicidio sia la principale causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni, con un rischio significativamente più elevato per i gruppi emarginati e discriminati.

In generale, le sessioni di formazione hanno insistito su alcuni atteggiamenti da parte degli educatori: ascoltare attivamente gli adolescenti e lasciare che esprimano ciò che sentono e ciò che li preoccupa; evitare giudizi e pregiudizi; fornire la massima sicurezza e rassicurazione; mostrare affetto e cura; mostrare disponibilità all’aiuto e all’accompagnamento; sostenere le famiglie e le persone che si occupano di loro affinché possano comprendere meglio i loro bisogni; fare in modo che le scuole sostengano la salute mentale e siano ambienti protettivi per il benessere emotivo; fare in modo che tutte le presenze salesiane abbiano piani di accompagnamento, prevenzione e cura per non cadere in una maggiore vulnerabilità.

Tutto questo forma un insieme intrecciato di fattori che possono aiutare a prevenire e accompagnare eventuali disturbi nei giovani. Si è davvero consapevoli di quanti adolescenti sono sottoposti a processi di isolamento sociale o quanti bambini e adolescenti sono vittime di bullismo a casa, per esempio?

Nelle presenze salesiane è importante seguire i ritmi e le sequenze quotidiane in tutti gli ambiti: nell’ambiente scolastico, assicurare il monitoraggio delle attività e del rendimento scolastico; nelle relazioni interpersonali, controllare gli squilibri e i disturbi nell’interazione con la famiglia, gli amici, i colleghi, gli educatori e l’isolamento; nelle abitudini del tempo libero, verificare l’abbandono delle routine che fino a poco tempo prima facevano parte della loro vita. E, cosa molto importante, dare attenzione ad alcuni sintomi legati all’umore (ad esempio tristezza, irritabilità, sensazione di vuoto) o all’ansia (sensazione di perdere il controllo, pensieri ossessivi, deficit di memoria, attenzione, indecisione e insicurezza). E, allo stesso modo, prendere nota di alcuni sintomi fisiologici organici, come tachicardia, formicolio agli arti, tensione muscolare o mancanza di respiro.

“Ci auguriamo che questa proposta formativa di ampio respiro contribuisca ad ampliare e diffondere le conoscenze su aspetti fondamentali per la salute e lo sviluppo integrale dei giovani. Per curare la salute mentale è essenziale integrare le scienze umane, incentrate sul significato e sui valori, con la saggezza della spiritualità cristiana, come antidoto all’ansia, alla depressione, all’insensatezza e al senso di solitudine che affliggono i nostri giovani”, ha dichiarato come sintesi personale don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile.

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Nono video di invito al IX Congresso di Fatima promosso dall’ADMA

Disponibile il 9° e ultimo video di presentazione del IX Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice che si terrà a Fatima dal 29 agosto al 1° settembre 2024.

Elisabetta Seno, associata dell’ADMA Primaria di Torino Valdocco invita i giovani a partecipare al IX Congresso di Maria Ausiliatrice intitolato “Vi darò la Maestra” approfondendo le parole di Gesù a don Bosco nel sogno dei 9 anni.

I congressi internazionali di Maria Ausiliatrice sono appuntamenti promossi dall’ADMA, ma aperti a tutta la Famiglia Salesiana che, seguendo lo spirito di Don Bosco, riconosce nella figura di Maria una mamma e una maestra.

Come Famiglia Salesiana vogliamo affidare a Maria tutti i progetti, le attività e i sogni che vogliamo vivere insieme.

Per informazioni e iscrizioni: mariaauxiliadora2024.pt.

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Ordinazione Episcopale del Card. Fernández Artime e di Mons. Giordano Piccinotti

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Riceveranno l’ordinazione episcopale insieme gli ultimi due Figli di Don Bosco nominati vescovi dal Santo Padre: il prossimo 20 aprile, infatti, nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma, il Cardinale Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico emerito in Italia e nella Repubblica di San Marino, consacrerà vescovi il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Vescovo Titolare eletto di Ursona, e Mons. Giordano Piccinotti, Arcivescovo Titolare eletto di Gradisca, Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Come co-consacranti dei due salesiani ci saranno anche: il Cardinale Cristóbal López Romero, SDB, Arcivescovo di Rabat, in Marocco; e Mons. Lucas Van Looy, SDB, Vescovo emerito di Gent, in Belgio.

Spagnolo delle Asturie, originario del piccolo villaggio di pescatori di Luanco, Ángel Fernández Artime è stato Superiore dell’Ispettoria di Spagna-León, dal 2000 al 2006, e di quella dell’Argentina Sud, dal 2009 al 2014. Eletto in quello stesso anno Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, confermato poi nel 2020, ha ricevuto la nomina cardinalizia lo scorso 9 luglio 2023, ed è stato creato cardinale nel Concistoro Ordinario Pubblico del successivo 30 settembre.

Giordano Piccinotti, classe 1975, è nato a Manerbio, in Lombardia, Italia. Economo di diverse case salesiane, così come dell’Ispettoria Lombardo-Emiliana (ILE) nel sessennio 2011-2017, è stato Direttore o Procuratore di diverse fondazioni salesiane, oltre che Tesoriere dell’ONG salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS). Nel 2023 il Pontefice lo ha nominato dapprima Sotto-Segretario e poi Presidente dell’APSA, e infine anche Presidente del Consiglio d’Amministrazione e della Fondazione per la Sanità Cattolica.

L’ordinazione episcopale di due Figli di Don Bosco, e in particolar modo del Rettor Maggiore in carica della Congregazione Salesiana, è un evento che richiama l’attenzione e la viva partecipazione di tutta la Famiglia Salesiana.

Per quanti potranno essere fisicamente presenti alla cerimonia, la partecipazione alla celebrazione va confermata entro il 10 aprile attraverso la compilazione di uno dei seguenti moduli: SACERDOTI – RELIGIOSI E LAICI oppure scrivendo alla e-mail: ordinazione@apsa.va

Per chi non potrà assistervi dal vivo, la liturgia, che avrà inizio alle ore 15:30 (UTC+2), sarà trasmessa in diretta streaming su ANSChannel, il canale YouTube dell’Agenzia iNfo Salesiana.

RMG – Ordinazione Episcopale del Card. Fernández Artime e di Mons. Giordano Piccinotti

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Artime, strenna per i 200 anni del sogno di Don Bosco – La Voce e il Tempo

Notizia a cura di Francesco Mosetto apparsa su La Voce e il Tempo.

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Tra le arti con le quali don Bosco sapeva educare era la strenna, che egli annunciava a fine anno a tutti i giovani dell’Oratorio. I suoi successori hanno continuato questa tradizione.

L’ultimo di essi, il neo-cardinale Ángel Fernández Artime, per la strenna del 2024, «Un sogno che fa sognare», si è ispirato al celebre sogno che Giovannino Bosco ebbe a nove anni, esattamente 200 anni fa.

Quando, il mattino dopo, lo raccontò in famiglia, il fratello più grande commentò: «Diventerai un capo di briganti». La nonna si limitò a dire che «non bisogna badare ai sogni».

In quel sogno, che si legge nelle «Memorie dell’Oratorio», egli riconoscerà la sua vocazione. «Mi sembra», scrive don Pascual Chávez, predecessore di don Artime,

«che questa pagina autobiografica offra una spiegazione semplice, ma al tempo stesso profetica, dello spirito e della missione di don Bosco. In esso viene definito il campo di azione che gli viene affidato: i giovani; gli viene indicato l’obiettivo della sua azione apostolica: farli crescere come persone attraverso l’educazione; viene offerto il metodo educativo che risulterà efficace: il Sistema preventivo; viene presentato l’orizzonte in cui si muove il suo e nostro operare: il disegno meraviglioso di Dio, che prima di tutto e più di ogni altro ama i giovani».

Nella strenna per il bicentenario del sogno, il card. Artime rileva che don Bosco lo ha lasciato scritto per dirci

«che non si tratta solo di ‘un’ sogno, ma che dobbiamo vederlo come ‘il’ sogno che avrebbe segnato tutta la sua vita – anche se allora, da bambino, non poteva immaginarlo».

Del sogno dei nove anni don Ángel mette in rilievo alcuni aspetti:

  1. Protagonisti del sogno sono i giovani. «L’intero sogno è loro e per loro. Questi ragazzi sono in perenne movimento e azione: sia quando sono aggressivi (come lupi),… sia quando, trasformati nel modo che la Signora del sogno chiede a Giovannino, diventeranno (come agnelli) ragazzi sereni, amichevoli e cordiali.»
  2. Una chiara chiamata vocazionale. Nella situazione concreta il sogno sembrava irrealizzabile; ma «è proprio questa situazione difficile che rende don Bosco (in questo momento Giovannino) molto umano, bisognoso di aiuto, ma anche forte ed entusiasta. La sua forza di volontà, il carattere, la tempra, la forza d’animo e la determinazione di sua madre, Mamma Margherita, una profonda fede sia da parte di sua madre che di Giovanni stesso, rendono tutto ciò possibile».
  3. Maria nella vita e nella missione di don Bosco. Il Personaggio del sogno affida Giovannino a Maria. In questo affidamento a Maria «c’è una enorme intenzionalità»: nel carisma salesiano a favore dei ragazzi più poveri «la dimensione del trattare con ‘dolcezza’ e la dimensione mariana sono elementi imprescindibili».

Questa è la decima delle strenne del Rettor Maggiore don Ángel Artime, che un suo stretto collaboratore, don Giuseppe Costa, ha raccolto in un bel volume, «Chiamati all’Amore con Speranza», impreziosito da tre interventi introduttivi (chi desidera il libro può richiederlo alla Direzione generale Opere don Bosco, via Marsala 42, 00185 Roma. Tel. 06-656121).

Nel primo il giornalista Enzo Romeo ricorda quanto disse Artime della sua nomina a cardinale: essa

«va considerata un dono fatto dal Papa a tutti i figli e le figlie di Don Bosco e un segno del grande affetto che Francesco nutre per i Salesiani, di cui conosce e apprezza il carisma».

Il secondo, del teologo Massimo Naro, evidenzia alcuni aspetti teologici delle «lettere pastorali» del Rettor maggiore dei Salesiani.

Il terzo intervento è di Cecilia Costa, dell’Università degli Studi di Roma Tre, la quale dialoga dal punto di vista sociologico con la ricca tematica religiosa e pedagogica delle strenne salesiane di don Artime.

Le ultime pagine della strenna sono le più originali. Per il Rettor Maggiore dei salesiani il sogno dei nove anni è «un sogno che fa sognare» e offre un messaggio attuale anzitutto ai membri della Famiglia salesiana:

«Dio fa grandi cose con strumenti semplici»; «Dio ha un sogno per ciascuno di noi, per ciascuno dei nostri giovani»; «Don Bosco ci ha mostrato che solo le relazioni autentiche trasformano e salvano»; «I salesiani (e coloro che si ispirano a Don Bosco) sono sì i figli di un ‘sognatore di futuro’, ma di un futuro che si costruisce nella fiducia in Dio e nel quotidiano immergersi e operare nella vita dei giovani, fra le fatiche e le incertezze di ogni giorno».

La Voce e il Tempo