Due nuovi pastori salesiani per la Chiesa: il Card. Ángel Fernández Artime e Mons. Giordano Piccinotti

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Ha avuto inizio nel pomeriggio di sabato 20 aprile, alle 15:30, nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, l’ordinazione episcopale di due eminenti figli di Don Bosco, il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettore Maggiore della Congregazione Salesiana e Arcivescovo Titolare eletto di Ursona, e Mons. Giordano Piccinotti, Arcivescovo Titolare eletto di Gradisca e Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).

Sua Eminenza, il Cardinale Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico Emerito in Italia e nella Repubblica di San Marino, ha conferito le Ordinazioni Episcopali, insieme a due co-consacratori: Il Cardinale Cristóbal López Romero, SDB, Arcivescovo di Rabat, Marocco, e Mons. Lucas Van Looy, SDB, Vescovo emerito di Gent, Belgio.

Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato numerosi prelati della Chiesa e importanti personalità, a cui si sono aggiunti le famiglie dei salesiani neo consacrati, amici, benefattori e membri della Famiglia Salesiana, e infine invitati speciali dei governi e delle forze armate.

Nella sua semplice e incisiva omelia, il Cardinale Emil Paul Tscherrig, consacratore principale, ha condiviso con i futuri vescovi alcune riflessioni, affermando: “Siamo qui riuniti per celebrare uno dei più grandi miracoli della Chiesa: la successione apostolica. Sin dai tempi degli Apostoli, questa successione è stata trasmessa attraverso l’imposizione delle mani e l’invocazione dello Spirito Santo. La grazia del ministero episcopale è sempre passata da un vescovo all’altro e questa successione ininterrotta continua ancora oggi”.

Citando Papa Francesco, il Cardinale Tscherrig ha affermato: “Diventare vescovo implica una scelta missionaria capace di trasformare tutto”. Ha sottolineato che coloro che accettano il ruolo di pastori nel gregge di Cristo devono imparare a vedere le persone con i Suoi occhi, a pensare come Lui e ad amare come Lui. Citando ancora una volta Papa Francesco, ha affermato: “La vita cresce se viene donata, mentre si indebolisce nell’isolamento e nella comodità. Infatti, coloro che godono di più della vita sono quelli che lasciano la sicurezza della riva e si entusiasmano per la missione di comunicare la vita agli altri”. Quindi, ha concluso dicendo che l’eredità del vescovo non è l’onore o il potere, ma solo Dio. Un buon pastore offre la sua vita per il gregge, sull’esempio di Gesù Cristo, e i vescovi appena consacrati sono chiamati a emularlo completamente.

Subito dopo l’omelia, è iniziata la cerimonia di consacrazione, e sono stati  interpellati i candidati; è seguita l’invocazione allo Spirito Santo e la solenne intercessione delle litanie di tutti i Santi, accompagnata dal canto di preghiera del coro. Mentre i consacratori eseguivano la tradizione apostolica dell’imposizione delle mani, un religioso silenzio è calato tra le pareti magnificamente adornate della Basilica di Santa Maria Maggiore. Dopo essere stati unti e aver ricevuto le rispettive mitre, gli anelli e i pastorali, i due Vescovi appena consacrati sono stati simbolicamente intronizzati, e accolti da un fragoroso applauso. I fedeli, i religiosi, il clero e il coro sono esplosi in una grande gioia, cantando solennemente il “Te Deum”. Poi i due neo-vescovi hanno proceduto a impartire le loro benedizioni apostoliche a tutti i presenti.

Dopo la Comunione, il Cardinale Ángel Fernández Artime, in rappresentanza dei due Vescovi appena consacrati, ha espresso un sentito ringraziamento con l’entusiasmo dello spirito salesiano. Ha affermato la forte comunione dei salesiani con la Chiesa e il Santo Padre, che nasce proprio da Don Bosco, e con grande umiltà e convinzione ha dichiarato che continueranno a servire la Chiesa e soprattutto i poveri.  La solenne benedizione finale del Presidente della Messa ha concluso l’intera celebrazione, accompagnata dalle voci risonanti che intonavano il tradizionale canto a Don Bosco “Giù dai Colli!”.

I sacri riti della Consacrazione e della Santa Eucaristia hanno testimoniato l’universalità della Chiesa cattolica. Oltre ai Consiglieri Generali, a diversi Ispettori e Superiori della Famiglia Salesiana di tutto il mondo, erano presenti alla Messa solenne diversi Cardinali, tra cui:

S.Em. Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano Emerito.

S.Em. Card. Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali.

S.Em. Card. Lazarus You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero.

S.Em. Card. Arthur Roche, Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

S.Em. Card. Domenico Calcagno, Presidente emerito dell’APSA.

S.Em. Card. Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità.

S.Em. Card. Giuseppe Bertello, Presidente Emerito della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e il Governatorato.

S.Em. Card. Cristóbal López Romero, SDB, Arcivescovo di Rabat, Marocco.

S.Em. Card. Daniel Fernando Sturla Berhouet, SDB, Arcivescovo di Montevideo, Uruguay.

S.Em. Card. Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, SDB, Arcivescovo emerito di Tegucigalpa, Honduras.

S.Em. Card. Riccardo Ezzati Andrello, SDB, Arcivescovo emerito di Santiago del Cile.

Perù – La Postulazione Salesiana in visita nel Paese: “La santità salesiana è una realtà che dobbiamo conoscere, custodire ed imitare”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Lima) Don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, e don Gabriel Cruz, Animatore Spirituale Mondiale dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA) e suo collaboratore nella Postulazione, sono in questi giorni (16-21 aprile 2024) in visita presso l’Ispettoria “Santa Rosa” del Perù. Scopo della loro presenza nel Paese andino è accompagnare e guidare la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Luis (Luigi) Bolla, SDB, e promuovere la causa di Mons. Octavio Ortíz Arrieta, SDB.

Nel suo primo giorno in Perù, don Cameroni ha presieduto la Messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Lima, con una significativa partecipazione di membri della Famiglia Salesiana. Dopo la celebrazione eucaristica, ha condiviso con i presenti il tema “La santità nella Famiglia Salesiana”

Nel suo intervento ha sottolineato che dei 32 gruppi che compongono la Famiglia Salesiana, ben 15 hanno attualmente delle Cause avviate. Poi, ha sottolineato l’importanza della santità salesiana, evidenziando che è una realtà che va conosciuta, custodita e imitata.

Nella seconda giornata, nella sala del Consiglio Ispettoriale dei salesiani del Perù, la Commissione Storica della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Bolla ha presentato la sua relazione al Postulatore Generale.

David Franco, storico dei salesiani del Perù e coordinatore generale della Commissione Storica, ha curato la presentazione, accompagnato dalla signora Angélica Almeida e dal dottor José Antonio Benito, entrambi membri di questo gruppo di periti. La sessione di lavoro è stata accompagnata, via Zoom, dall’Italia, da Matteo Penati, Consulente della Postulazione Salesiana, e in presenza, da don Jesús Jurado, Vicepostulatore della Causa di don Bolla.

Don Cameroni, insieme a don Cruz e a don Jurado, ha riconosciuto l’importanza del lavoro svolto: “Non abbiamo visto nulla di simile in nessuna delle cause che abbiamo accompagnato”, ha detto don Cruz, Segretario e Responsabile dell’archivio dell’Ufficio della Postulazione Generale a Roma, nonché Vicepostulatore della Causa dell’exallievo salesiano pakistano Akash Bashir, Servo di Dio.

Anche don Cameroni ha espresso la sua grande soddisfazione per tutto ciò che è stato realizzato e si è congratulato per il lavoro dei membri della Commissione Storica.

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Nuove competenze, attitudini e sbocchi professionali. Tra Intelligenze Umane e Artificiali, nasce l’Osservatorio IUSVE “Giovani e futuro”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Mestre) – È stato presentato ufficialmente ieri, mercoledì 17 aprile 2024, l’Osservatorio IUSVE “Giovani e futuro”, che ha l’obiettivo fondamentale di offrire uno sguardo originale, puntuale e coerente con il carisma salesiano sulle coorti giovanili e sui processi che li riguardano, con attenzione al contesto nazionale, in una più ampia ottica comparativa di transizione ecologica e sociale. È questa la grande novità al centro del tradizionale appuntamento di confronto all’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE), nel convegno annuale che si è tenuto il 16 e 17 aprile presso la sede dei salesiani di Mestre.

Chiaro e significativo il titolo prescelto per il convegno, “Intelligenze Umane”, accompagnato dalla citazione di un passo della Laudate Deum di Papa Francesco “Un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso” (LD, 73).

Nel corso dell’appuntamento si sono confrontati in presenza studiose e studiosi di informatica, tecnologia, filosofia, teologia, pedagogia, psicologia, sociologia insieme a studentesse e studenti, tutti chiamati alla sfida di governare con creatività e responsabilità i modelli linguistici di grandi dimensioni come, ad esempio, “ChatGPT”.

Durante la prima sessione i lavori hanno messo al centro alcuni assunti fondamentali per tutto il confronto, come lo scenario attuale dell’ecologia integrale e la grammatica dell’intelligenza artificiale. Successivamente si è compiuto un passo ulteriore andando a discernere le questioni di senso e le implicazioni etiche per discernere tra le forme dell’intelligenza umana, tra naturale e artificiale. E la prima giornata si è conclusa con lo sguardo già proiettato al futuro, con una relazione sulla necessità del cambiamento e l’importanza di essere formati per affrontarlo.

Nella seconda giornata le relazioni sono scese più nel dettaglio nel mondo dell’educazione, con interventi sulle realtà scolastiche d’eccellenza nel campo della robotica nella cosiddetta “Robot Valley” dell’Emilia-Romagna e sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo educativo, per concludere poi con una proiezione sul mondo del lavoro in un’ottica sempre di inclusività. E contemporaneamente per i giovani studenti era previsto anche un laboratorio specifico su ChatGPT.

I lavori si sono infine conclusi con la presentazione ufficiale dell’Osservatorio “Giovani e Futuro”. “Con la nascita dell’osservatorio – ha spiegato don Nicola Giacopini, Direttore di IUSVE – il nostro Istituto desidera consolidarsi anche come piattaforma di ricerca, di documentazione e di approfondimento sui temi d’interesse per attori accademici e non accademici, privati e pubblici. Le attività di ricerca potranno essere legate sia ai progetti di ricerca interni, sia ad attività di ricerca esterne, provenienti da soggetti pubblici e privati”.

Ad esempio, già durante il convegno è stata illustrata una ricerca congiunta IUSVE-Ipsos dalla quale è emerso che i giovani sono più aperti (46%) della media degli italiani (37%) ai miglioramenti introdotti dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e che credono che essa potrà migliorare il loro lavoro – anche se contestualmente preoccupati da alcune storture di cui essa potrebbe essere protagonista.

Per questo Davide Girardi, Responsabile dell’Osservatorio “Giovani e futuro” ha affermato: “Nell’ambito del paradigma dato dall’ecologia integrale, l’attenzione ai giovani e alla loro centralità strategica è il quadro di riferimento che fonderà ogni attività posta in essere dall’Osservatorio”.

L’Osservatorio IUSVE “Giovani e futuro” intende essere un punto d’incontro tra l’istituto Universitario e il territorio, consolidando le collaborazioni non solo sul piano della ricerca, ma anche della formazione e aprendosi alla sinergia, tanto con attori pubblici, quanto con quelli privati.

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Missioni Don Bosco: «In Ucraina siamo militanti per la pace» – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito la notizia apparsa su Famiglia Cristiana.

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«A Leopoli mi ha colpito il cimitero in centro città. Un luogo in cui l’intera comunità può onorare i soldati caduti, ma che è colmo di tombe di giovani. E in città ho visto anche tante persone mutilate dalla guerra».

Queste sono le parole di don Daniel Antúnez, salesiano argentino e presidente di Missioni Don Bosco, che è rientrato da pochi giorni in Italia da un viaggio che lo ha portato a visitare a distanza di alcuni mesi, i progetti dei salesiani in Slovacchia, Polonia e soprattutto in Ucraina.

«Queste missioni sono il segno tangibile: vogliamo essere militanti per la pace in risposta a chi genera guerra e violenza. Le armi e le bombe fanno perdere la dignità umana e non permetto alle persone di riconoscere nell’altro, un fratello».

È potente l’emozione provata da don Antúnez rientrato da Leopoli e Kiev dove Missioni Don Bosco continua a lavorare per portare aiuti e sostengo nel Paese invaso dalla Russia a inizio 2022.

«Dopo il primo soccorso spontaneo con cui abbiamo aperto anche le porte della nostra Casa Madre di Valdocco per ospitare madri con i figli, alcune donne incinte, e pochi uomini lasciati espatriare perché impossibilitati a combattere, oggi occorre assicurarsi dell’efficacia degli aiuti. Noi siamo da oltre due anni operativi nell’organizzazione di mense e nella fornitura di aiuti alimentari ma l’afflusso di beni non deve creare sul posto problemi di stoccaggio e di distribuzione»

spiega don Antúnez. Che aggiunge:

«Nonostante Leopoli sia lontana dai fronti più caldi del conflitto, spesso viene colpita di missili e droni. Anche lì ho avvertito tanta fatica, stanchezza e incertezza su cosa possa succedere non solo domani ma anche oggi stesso».

I salesiani oggi sono un interlocutore diretto per le autorità locali ucraine e per gli sfollati interni della guerra.

«Per questo è potuto nascere un programma immediato di interventi su misura di quanto richiesto dalle comunità – continua il presidente di Missioni Don Bosco -. Come ad esempio, è stato acquistato un furgoncino che i salesiani di Cracovia utilizzano per portare in Ucraina i beni richiesti e per tornare con chi espatria per fuggire. Inoltre, le case sostenute dai salesiani in varie località del Paese come Vynnyky dove abbiamo portato il nostro ex padiglione dell’Expo di Milano e nei Paesi limitrofi sono state convertite in centri per operare i soccorsi, con l’occhio rivolto al “dopo” quando – si spera presto – gli Ucraini potranno tornare a vivere nelle loro città e avranno bisogno di normalità».

Un contributo fondamentale arriva da Vis, l’ong salesiana all’interno della quale operano tanti volontari:

«Abbiamo maturato molta esperienza in zone ad alto rischio come la Siria e il Tigray, dove guerre altrettanto devastanti hanno creato morte e distruzione, e la fuga di milioni di profughi»

fa presente don Antúnez che però si dichiara

«mai davvero pronto davanti all’impressione che desta il dolore delle atrocità legate al combattersi tra uomini. Eppure mi ha colpito la resilienza dei semi di speranza che abbiamo piantato in questi anni. Mi sono emozionato alla visita alla casa-famiglia salesiana di Leopoli, con tanti bambini, la maggior parte dei quali orfani, ma anche della squadra di calcio dei soldati mutilati, la Pokrova calcio che milita nel campionato polacco e la testimonianza di Konstiantyn, il loro capitano, che ha perso la gamba sul fronte e che per sé e per la sua famiglia, cerca nello sport una riabilitazione anche psicologica. E come non citare – ricorda don Daniel – la visita a Mariapolis, un vero e proprio villaggio di container che dà accoglienza, da un anno e mezzo, a circa 950 sfollati, di cui più di 300 minori».

La missione della delegazione salesiana è riuscita a proseguire fino a Kyiv per portare solidarietà alla comunità salesiana che opera in quella zona del Paese.

«Abbiamo raggiunto la capitale e incontrato la piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice nella zona sud est. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla protezione dei residenti e dei giovani dell’oratorio dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili – spiega don Antúnez  -. Il prossimo progetto che abbiamo riguarda invece l’accessibilità della struttura, dove sono accolte anche persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra. A Kyiv siamo anche riusciti ad incontrare due persone che avevamo ospitato allo scoppio del conflitto a Valdocco e che successivamente erano tornate in Ucraina per stare con le loro famiglie. Erano felici di averci come ospiti a casa loro. Questo incontro mi ha fatto capire nel profondo quando sia importante essere qui, sostenere questa comunità colpita dalla tragedia della guerra, e rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco. Vogliamo continuare a essere seme di speranza come lo sono le parole del Pontefice che chiede la pace per questo popolo. Se Papa Francesco sarà in condizione di andare in Ucraina di persona, io e tanti altri siamo pronti ad accompagnarlo».

Famiglia Cristiana

L’ADMA festeggia  i suoi primi 155 anni dalla fondazione con un rosario

Notizia a cura dell’ADMA.

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L’ADMA il 18 aprile 2024 festeggia  i suoi primi 155 anni dalla fondazione: nacque infatti a Torino il 18 aprile 1869, per opera di san Giovanni Bosco, l’anno successivo alla consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino (9 giugno 1868), in ringraziamento per i benefici che la gente riconosceva alla Vergine e come strumento per la difesa e la crescita della fede del popolo cristiano.

L’ispirazione che mosse Don Bosco era quella di offrire una proposta di vita cristiana semplice, che sostenesse la vita ordinaria dei fedeli, ancorandosi saldamente alle “due colonne” dell’Eucaristia e di Maria, Immacolata e Aiuto dei Cristiani.

«Soprattutto vi raccomando una grande, una tenera, verace e costante devozione a Maria Santissima. Oh, se sapeste che importa questa devozione, non la cambiereste con tutto l’oro del mondo!».

-Don Bosco

Don Bosco ci invita anche in questa ricorrenza a rinnovare il nostro amore e il nostro affidamento a Maria.

Offriamo allora a lei questo Rosario con filiale amore e fiducia, contemplando la sua presenza nel sogno dei 9 anni che sta a fondamento del carisma di tutta la Famiglia Salesiana:

La Voce e il Tempo – Cardinale Artime, Vescovo il 20 aprile

Da La Voce e il Tempo.

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di Pier Giuseppe Accornero

Il prossimo 20 aprile riceveranno l’ordinazione episcopale insieme gli ultimi due salesiani nominati vescovi da Papa Francesco, in Santa Maria Maggiore a Roma dal cardinale Emil Paul Tscherrig, nunzio emerito in Italia e San Marino: sono il cardinale Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei Salesiani, arcivescovo titolare di Ursona e mons. Giordano Piccinotti, arcivescovo titolare di Gradisca, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa): classe 1975, nato a Manerbio (Brescia); economo di diverse case e dell’ispettoria Lombardo Emiliana (2011-17), direttore o procuratore di diverse fondazioni salesiane, nel 2023 il Pontefice lo nomina sottosegretario e poi presidente dell’Apsa e della Fondazione per la sanità cattolica.

Spagnolo delle Asturie, Ángel Fernández Artime nasce il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, villaggio di pescatori; emette la prima professione religiosa il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984 a Santiago de Compostela ed è prete il 4 luglio 1987 a León. Laureato in Teologia Pastorale e licenziato in Filosofia e Pedagogia, è delegato di pastorale giovanile, direttore della scuola di Ourense, ispettore di SpagnaLeón (2000-06) e dell’Argentina Sud (2009-14), conosce e collabora con il cardinale arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Nel XXVII capitolo generale Ángel Fernández Artime alle 10:20 del primo scrutinio del 25 marzo 2014, festa dell’Annunciazione del Signore, è eletto X successore di don Bosco e rettor maggiore dei Salesiani ed è confermato nel 2020. Al predecessore don Pasqual Chàvez Villanueva che, a nome dell’assemblea, gli chiede se accetta, don Ángel risponde in spagnolo: «Mi abbandono nel Signore e chiediamo a don Bosco e a Maria Ausiliatrice che ci accompagni e mi accompagni, nella fraternità dei salesiani e con la Congregazione, e con fede accetto».

Il 9 luglio 2023 la sorpresa: Papa Francesco inserisce il nome di Ángel Fernández Artime tra i 21 nuovi cardinali nel Concistoro del 30 settembre. Non era mai successo che un rettor maggiore venisse nominato cardinale «in munere». Don Fernàndez Artime il 12 luglio invia una lettera «a tutti Salesiani e alla Famiglia Salesiana» sparsi in 133 nazioni su «chi guiderà la Congregazione»: «Il Papa si è mostrato attento, cordiale, profondo estimatore del carisma di don Bosco e  particolarmente affettuoso e ha stabilito che potremo anticipare il XXIX Capitolo generale di un anno» perché la scadenza del rettor maggiore era prevista per il 2026: «Il Papa ha ritenuto che, per il bene della Congregazione, io possa continuare il mio servizio fino al 31 luglio 2024: presenterò le mie dimissioni per assumere il servizio che mi affiderà». Dal 31 luglio sarà il vicario don Stefano Martoglio ad assumere il governo della Congregazione «ad interim» fino al nuovo Capitolo (16 febbraio-12 aprile 2025) che eleggerà l’XI successore alla guida della Congregazione. Il 17 dicembre 2023 il neo-cardinale ha preso possesso della diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana. Il 4 ottobre 2024 Francesco lo nominato membro del dicastero per gli istituti di Vita Consacrata. L’elenco dei successori di don Bosco mostra come da Torino la Famiglia salesiana, con il passare dei decenni, sia arrivata in tutto il mondo e oggi è in 133 Paesi: 1) don Michele Rua (18371910), nato a Torino (parrocchia San Gioachino), beato dal 28 ottobre 1972, rettor maggiore 1888-1910; 2) don Paolo Albera (1845-1921), nato a None (Torino), 1910-1921; 3) don Filippo Rinaldi (1856-1931), Lu Monferrato, provincia di Alessandria e
diocesi di Casale Monferrato, beato dal 29 aprile 1990, 1922-31; 4) don Pietro Ricaldone (1870-1951), Mirabello, provincia di Alessandria e diocesi di Casale Monferrato, 1932-1951; 5) don Renato Ziggiotti (1892-1983), Campodoro, provincia di Padova e diocesi di Vicenza, 1952-1965, primo emerito perché muore nel 1983; 6) don Luigi Ricceri (1901-1989), Mineo (Catania), 1965-1977; 7) don Egidio Viganò (1920-1995), Sondrio, 1977-1995 (3 mandati); 8) don Juan Edmundo Vecchi (1931-2002), Viedma in Argentina, 1996-2002, morto il 23 gennaio 2002 allo scadere del mandato; 9) don Pascual Chàvez Villanueva (1947-vivente), Real de Catorce (Messico), 20022014 (confermato nel 2008); 10) don Ángel Fernández Artime, 2014-2024 (confermato 2020). L’XI governerà 6 anni fino al 2030.

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“SHAPING TOMORROW”: il significato del logo e del motto

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il primo biglietto da visita di un progetto di comunicazione è composto dal suo titolo, o motto, e dalla sua immagine grafica, cioè il logo. Nel percorso di avvicinamento al Convegno Comunicazione 2024, “Shaping Tomorrow” (Dare forma al domani), in programma dal 1° al 7 agosto 2024 presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma, il Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione spiega oggi i significati di questi due elementi.

Il logo e lo slogan “SHAPING TOMORROW” indicano la ricerca di nuove soluzioni nella comunicazione sociale, considerando i cambiamenti e muovendosi in una certa direzione. Il logo fa anche riferimento al logo mondiale della Congregazione Salesiana.

All’interno del disco rosso – il rosso è anche il colore ufficiale del logo della Congregazione –, viene tracciata una linea sinusoidale bianca, che parte dalla parte inferiore sinistra del campo circolare e viaggia lungo il campo rosso fino a raggiungere il lato opposto destro senza toccarlo. La linea bianca termina con una freccia che indica “TOMORROW” – “domani”.

La lettera ‘S’ bianca che termina con una freccia simboleggia il viaggio della Congregazione Salesiana fino ad oggi nella comunicazione sociale e la strada da percorrere nella direzione indicata dalla freccia. La freccia bianca simboleggia la modellazione del futuro – “SHAPING”.

La lettera “S” disegnata dalla freccia è anche la lettera iniziale della parola “SHAPING” e “SALESIANI”. La sinusoide bianca interseca e divide il cerchio rosso, che simboleggia lo spazio, un luogo di azione e lavoro nel campo della comunicazione sociale.

Lo slogan “SHAPING TOMORROW” indica il desiderio di dare forma futuro della comunicazione sociale nella Famiglia Salesiana.

Vi invitiamo a partecipare al convegno Comunicazione dal 1° al 7 agosto 2024, a Roma” è l’esortazione che giunge dal Settore per la Comunicazione Sociale.

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Al via la terza edizione del Don Bosco Global Youth Film Festival: giovani di tutto il mondo invitati a raccontare i loro sogni per rendere la Madre Terra più pulita e più verde

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – I giovani di tutto il mondo sono invitati ancora una volta a partecipare al “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), il festival internazionale giovanile salesiano di cinematografia. Il Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana ha infatti annunciato con gioia la terza edizione del concorso, la cui finale è prevista per il 17-18 ottobre 2024 – come di consueto in una moltitudine di realtà e luoghi di oltre 100 Paesi del mondo. Con riferimento all’anno bicentenario del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco, e in sintonia con l’attenzione globale verso la cura del Creato, il tema del festival di quest’anno sarà: “Ho un Sogno – Giovani e cambiamento climatico – Rendere la Madre Terra più pulita e più verde”.

Per questa nuova edizione il “DBGYFF” apre le sue porte a tutti i giovani e le giovani del mondo, senza distinzione di appartenenza o meno alle realtà salesiane. Potranno infatti parteciparvi ragazzi e ragazze dai 14 ai 25 anni non compiuti, di qualsiasi nazionalità, religione, credo e cultura.

Entusiasta dell’iniziativa è il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, che ha dichiarato: “Una novità rilevante di questa terza edizione sarà la collaborazione e il coinvolgimento organizzativo anche del Settore per la Pastorale Giovanile. Grazie al loro contributo, insieme alla collaborazione dei nostri Delegati di Comunicazione Sociale e a tanti collaboratori della Famiglia Salesiana nel mondo, contiamo di raggiungere migliaia e migliaia di giovani, per coinvolgerli ancora una volta in quest’iniziativa che mira a dare loro un’opportunità di espressione artistica su temi che sono centrali per i ragazzi e le ragazze di oggi: la capacità di sognare, la realtà della nostra Casa Comune”.

Rispetto al passato sono aumentate anche le categorie in cui sarà possibile partecipare, salite da tre a cinque. Dunque, ora si potranno candidare dei cortometraggi nelle sezioni: corti di 2 minuti, corti di 5 minuti, film d’animazione di 5 minuti, video musicali di 5 minuti e documentari fino a 10 minuti.

Una costante nelle edizioni del DBGYFF è invece è il ricco portafoglio di premi messo a disposizione – anche se pure la cifra complessiva è aumentata, arrivando alla cifra record di 120mila euro, da distribuire così: 15 premi per i migliori corti a livello globale, 70 per i migliori corti a livello regionali, 9 per i premi di categoria, 7 per i migliori giovani e 5 premi propri della giuria.

Già le due edizioni realizzate in passato (2021 e 2023) – entrambe sostenute, dalla Fondazione “DON BOSCO NEL MONDO”, che si conferma sponsor anche per questo nuovo concorso – hanno raggiunto un grande successo: in termini di giovani coinvolti, di opere di qualità realizzate, di messaggi lanciati al mondo sui temi della speranza, della pace e della solidarietà, e di accompagnamento e sinergie sviluppati tra salesiani, membri della Famiglia Salesiana e giovani di tutto il mondo.

Ecco perché il Direttore del DBGYFF – per la terza volta consecutiva – don Harris Pakkam, osserva: “Grazie ad un grande sostegno e alla collaborazione di tanti, siamo riusciti a organizzare due edizioni del festival, con un buon successo.  Attraverso questo festival abbiamo potuto raggiungere molte centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo, celebrare la loro creatività, premiare i loro sforzi e far risuonare il nome di Don Bosco e della missione salesiana in tutto il mondo. Ora contiamo di proseguire in questa direzione, dando seguito e sviluppo a quanto già costruito e spingendo ancora un po’ più in là il nostro sguardo, i nostri obiettivi e le nostre prospettive: il nostro di sogno, infatti, è quello stimolare il protagonismo dei giovani, perché siano loro i primi artefici di un mondo migliore”.

Per candidare i corti al DBGYFF è necessario seguire alcune semplici regole e linee guida necessarie per organizzare adeguatamente e selezionare i materiali in concorso. Le iscrizioni si apriranno il prossimo 24 aprile e verranno chiuse il 31 luglio 2024.

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Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Comunicato Stampa
4 Aprile 2024

Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini
per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

In questi giorni, a distanza di due anni, don Antúnez
con la nostra fotografa Ester Negro in visita a Lviv, Vynnyky e Kyiv

Si trova in Ucraina una piccola delegazione di Missioni Don Bosco Onlus che (insieme con alcuni responsabili del VIS, l’ong salesiana) porta la vicinanza dall’Italia ai salesiani e ai volontari presenti nel Paese ancora sotto il tiro dell’azione militare russa. È una fraternità che si esprime fin dallo scoppio della guerra in coordinamento con gli altri enti salesiani italiani di solidarietà internazionale.

Due anni dopo il primo viaggio, il presidente don Daniel Antúnez ritorna sul campo, accompagnato dalla fotografa di Missioni Don Bosco Ester Negro. Insieme con il missionario salesiano padre Michajl Chaban, visita i progetti che la stessa Onlus di Valdocco sostiene da prima del 2022: il centro salesiano di Lviv dove si trovano la comunità di accoglienza dei minori senza famiglia e famiglie di profughi in attesa di sistemazione, e il centro sportivo per la riabilitazione dei soldati mutilati. Nella stessa area di Lviv, Missioni Don Bosco visita anche Mariapolis, il villaggio di container che dà tetto da un anno e mezzo a oltre 200 famiglie sfollate, sfidando anche il duro inverno, e Vilniky dove il padiglione utilizzato dai salesiani per Expo 2015 è stato traportato e reso adatto alle attività dell’oratorio.

A seconda delle condizioni belliche, la delegazione potrà poi raggiungere Kiyv per portare solidarietà alla piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice a sud est della capitale. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla messa in protezione dei residenti e degli ospiti (i giovani dell’oratorio) dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili; il prossimo intervento riguarda l’accessibilità della struttura, dove sono accolte persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra.

Sono stato mosso da diversi motivi per tornare” spiega don Antúnez: “i miei fratelli salesiani, le persone che ancora soffrono gli effetti della guerra, le madri che abbiamo ospitate a Valdocco e che sono tornate in Ucraina. Ma soprattutto si tratta di essere qui, di sostenerli, di rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco”.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Missioni Don Bosco

“Chiamati all’amore con speranza”: la recensione di “Avvenire”

Dall’agenzia ANS.

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La Strenna era un consiglio, una massima, un programma che San Giovanni Bosco dava ai salesiani e agli alunni l’ultimo giorno dell’anno, da ricordare e praticare nell’anno nuovo. Questa usanza è proseguita con tutti i suoi successori. Così in ogni casa salesiana è il Direttore che legge la Strenna inviata dal Rettor Maggiore e che ne promuove e ne incoraggia la diffusione in modo da diventare motivo di riflessione e guida per l’intera comunità.

Ángel Fernández Artime, 64 anni ad agosto, spagnolo delle Asturie, figlio di pescatori, è stato eletto X Successore del Santo dei Giovani nel 2014 ed è stato confermato nel 2020. Il suo mandato sarebbe dovuto terminare nel 2026, ma la Provvidenza, per il tramite di Papa Francesco – che lo aveva conosciuto in Argentina dove è stato Ispettore tra il 2009 e il 2014 – ha deciso altrimenti.

Il Pontefice lo ha infatti voluto tra i nuovi cardinali creati nel Concistoro del 30 settembre 2023. E così il salesiano, che verrà consacrato vescovo il prossimo 20 aprile, dovrà lasciare l’incarico quest’anno, per andare a ricoprire, presumibilmente, un incarico nella Curia Romana.

Don Ángel Fernández Artime quindi nei suoi dieci anni da Rettor Maggiore ha firmato altrettante Strenne. E ora, grazie all’iniziativa di don Giuseppe Costa – che Don Á.F. Artime in questi anni ha voluto al suo fianco come segretario e portavoce – sono state raccolte in un volume pubblicato dalla Direzione Generale Opere Don Bosco, dal titolo “Chiamati all’Amore con Speranza”.

Dalla prima del 2015, dal titolo programmatico “Come Don Bosco, con i giovani, per i giovani”, all’ultima del 2024, “Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i ‘lupi’ in ‘agnelli’”, ispirata al celebre sogno che Giovannino Bosco ebbe a nove anni, esattamente duecento anni fa. Il libro, riccamente illustrato con foto dell’agenzia stampa salesiana ANS e di IME Comunicazione, è impreziosito anche da tre testi introduttivi firmati dal vaticanista del Tg2 Enzo Romeo, del teologo Massimo Naro, e della sociologa Cecilia Costa. Questi tre testi, spiega don Costa, “ci offrono un focus particolare che è poi un panorama speziato e al tempo stesso unitario di quanto ha scritto ogni anno il cardinale Rettor Maggiore”.

Nella sua prefazione don Costa – maestro di giornalismo, che in passato è stato docente di Scienze della Comunicazione sociale all’Università Pontificia Salesiana (UPS) e Direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV) – spiega che il libro da lui curato è “il tentativo di far confluire in un ‘unicum’ insegnamenti di anni fra loro diversi, non soltanto per ricordare, ma soprattutto da leggere strategicamente come un ‘ideario’ dal quale guardare il futuro”. “Gli anni che Don Ángel ha trascorso da Rettor Maggiore tra noi – sottolinea don Costa – sono stati anni di intensa paternità, fraternità e donazione quotidiana”.

Questo per quanto riguarda il passato. Per il futuro vale quanto scrive al termine del suo intervento introduttivo il giornalista Romeo. Il vaticanista riporta le parole con cui Don Ángel ha annunciato ai suoi confratelli la scelta del Papa di annoverarlo tra i cardinali, laddove il Rettor Maggiore precisa di aver accettato questa chiamata ad un nuovo servizio in ubbidienza, “senza averlo cercato, né voluto”, mettendo tutto “nelle mani del Signore e di sua Madre”. “Vale qui ripetere – chiosa Romeo – la frase di un altro cardinale e padre conciliare, Léon Joseph Suenens: ‘Credo alle sorprese dello Spirito Santo’”.

-Gianni Cardinale

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